IL CASO
«Rifugiati in sovrannumero»
Incontro fra rifugiati e sindaco: sì alle carte d’identità ma si scopre che nel centro di via dei Mille sono quaranta in più
Adesso è certo: il gran lavoro di mediazione messo in atto dalle forze dell’ordine e dalla Prefettura - spicca in particolare lo sforzo di Questura e Commissariato - sta dando frutti nel rasserenare gli animi al centro profughi di via dei Mille.
Ieri addirittura due portavoce dei richiedenti asilo che popolano il palazzone ex Enel, sono stati ricevuti in Comune dal sindaco Emanuele Antonelli e dal suo vice Stefano Ferrario, venendo accompagnati a Palazzo Gilardoni dal primo dirigente della polizia bustese Franco Novati.
Una riunione indispensabile, dopo il summit del giorno prima direttamente nel centro d’accoglienza (che da una settimana e mezza viene condotto in autogestione dai migranti), per guardarsi in faccia e chiarirsi sulle reclamate carte d’identità.
«Il risultato - spiega lo stesso primo cittadino - è che si è fatta confusione e perso tempo un anno per alcune procedure ritardate dalla società KB che gestisce l’accoglienza. Adesso andremo avanti secondo i dettami di legge, completando l’iter per tutti coloro che hanno diritto al documento».
Nella sostanza significa che l’ambita carta sarà in tempi brevi nelle mani di chi ha i requisiti per ottenerla, il tutto al termine di un incontro che, secondo Antonelli, «merita di veder evidenziato il perfetto lavoro fatto dalla polizia che ha tenuto la situazione sotto controllo e gestito al meglio questa fase delicata», ma anche sottolineando che «gli interlocutori che ho visto nel mio ufficio in rappresentanza degli stranieri si sono dimostrati più che ragionevoli, in primis ribadendo che non ce l’hanno con il Comune, quindi prendendosi il compito di spiegare la situazioni agli altri inquilini dell’ex Enel che, lo sappiamo, è un contesto complesso non facile da dirigere».
L’unica amarezza del sindaco è stata quella di scoprire, dalla viva voce dei rifugiati, che ormai in via dei Mille gli ospiti non sono più 180, e neppure 200.
Si parla ormai di un numero superiore alle 220 unità, oltretutto con potenzialità pratiche di aumento che - seppur lontane dall’essere sfruttate dal prefetto Giorgio Zanzi - rappresentano comunque un’opportunità percorribile per chi ogni giorno si trova a cercare nuove disponibilità di accoglienza di fronte a sbarchi che si susseguono.
«Avere un quadro anagrafico - precisa Antonelli - servirà anche a noi per sapere le cifre esatte».
Per adesso, dunque, sta per prevalere la ragionevolezza di tutte le parti. Anche la Lega, pur non rinunciando a condurre la battaglia politica rispetto alla gestione dei migranti, ha allentato la presa su Antonelli, consentendogli (e partecipando con un proprio rappresentante) di confrontarsi con gli africani, sebbene a settembre gli fosse stato posto un divieto assoluto nel farlo. E gli stessi richiedenti asilo, pur nelle tensioni interne da domare, si stanno preparando (a malincuore, per i contrasti con la KB) a porre fine all’occupazione.
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