SERIE A
«Ripartire dall’inizio sarà un vantaggio»
Caja pensa già al futuro dell’Openjobmetis. «Salvezza? Sono un regista, più che un artefice. Il merito è dei giocatori»
Attilio Caja divide volentieri con i giocatori dell’Openjobmetis i meriti per la svolta verso la salvezza che gli è valsa la conferma ufficiale della società con 3 turni di anticipo rispetto alla conclusione della stagione. Il tecnico pavese ringrazia Eric Maynor per la considerazione espressa nei suoi confronti su queste colonne e inquadra così il suo ruolo nel sistema-Varese: «Il compito dell’allenatore è ottimizzare le risorse a disposizione. Quelli importanti sono i giocatori: io mi limito ad aiutarli nel mettere in risalto le migliori qualità di ciascuno posizionando ognuno al posto giusto. È quel che ha detto Maynor? Mi fa piacere la sua considerazione perché i protagonisti sono loro. E mi fa piacere, al di là dei risultati, che tutti i giocatori abbiano dato un contributo importante per la salvezza. Se sono riuscito ad aiutarli ne sono molto contento».
Dunque, Caja più regista che artefice diretto della svolta della stagione 2016/’17?
«La missione compiuta è stata frutto di un lavoro di insieme: io sono il regista di un gruppo che esegue al meglio i compiti ai quali è preposto. Da me arrivano idee e consigli, ma ciascuno è importante per arrivare al risultato finale: si entra in sintonia parlando ed è fondamentale la condivisione di quel che si propone. Ad esempio, sabato contro Trento abbiamo cavalcato dopo tanto tempo la zona, che i giocatori hanno interpretato al meglio perché hanno fiducia in ciò che abbiamo fatto».
Il merito che tutti le riconoscono è quello di aver raggiunto la meta senza cambiamenti.
«È stata fondamentale l’abnegazione che i ragazzi hanno sempre profuso in qualsiasi tipo di aspetto, fisico, tecnico, tattico e teorico con i video. Abbiamo compiuto un percorso impegnativo tutti insieme, senza lasciare indietro qualcuno nei momenti di tempesta: il merito che mi riconosco è di essere stato un buon capitano, avendo condotto sani e salvi in porto tutti gli occupanti della nave».
Certo, visto il rendimento degli ultimi due mesi sarebbe bello poter ripartire almeno in parte dal lavoro svolto quest’anno...
«Il discorso è da affrontare a bocce ferme, al di là della speranza playoff da coltivare in queste ultime tre partite. Sarà importante fare bene sino in fondo, perché fino al 7 maggio almeno sarà una verifica per tutti: i successi si costruiscono nel quotidiano e una stagione dura 8 mesi e 30 partite, dunque mi aspetto segnali ben precisi e dimostrazioni concrete da parte di chi ha piacere nel rimanere aVarese».
Con la conferma in tasca, è già tempo di scelte per quanto riguarda il futuro?
«È un tema che tocca prima di tutto alla società: il mio compito è quello di migliorare al massimo i giocatori che mi metterà a disposizione. Poi è logico che ci si confronti, ma per un discorso di gerarchie è giusto che le politiche da intraprendere le stabiliscano Coldebella e Bulgheroni. Chiaro che partire dall’inizio anziché subentrare sarà un vantaggio nelle scelte, ma toccherà al club decidere le linee generali tra 3+4+5 e 5+5 e tra una squadra per fare risultato immediato o per provare a crescere: in base a quelle indicazioni ragioneremo sulle migliori soluzioni possibili».
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