INTERROGATORIO
Rivolta, tre ore davanti ai magistrati
Colloquio-fiume in carcere con gip e pm. Le orge nelle intercettazioni
«Sono dispiaciutissimo, la cosa che più mi pesa in questa vicenda sono le offese che le ho rivolto, mi scusi davvero»: ha parlato per tre ore venerdì 19 il sindaco Danilo Rivolta davanti al gip Patrizia Nobile e ai pubblici ministeri Luigi Furno e Luca Pisciotta, volgarmente apostrofato nelle intercettazioni telefoniche contenute nell’ordinanza di custodia cautelare.
Non trapela nulla sul contenuto delle dichiarazioni rese ma da quel poco che si riesce a percepire la sua linea di difesa mostra debolezze. Anche perché a quanto pare Rivolta - apparso piuttosto confuso - avrebbe addirittura negato l’evidenza di alcune conversazioni telefoniche, soprattutto quelle che riguardano la rimozione del comandante Maria Cristina Fossati. «A me è dispiaciuto quando se ne è andata, non volevo cacciarla», avrebbe spiegato. Ma se non bastasse quel che è emerso dalle captazioni finora, ne spuntano di nuove.
Il giorno in cui si sparse la voce che l’ex numero uno dei vigili urbani sarebbe andata a Busto Arsizio il clima era quello della vittoria dei mondiali. La conversazione è recentissima, risale a febbraio e intercorre tra Danilo Rivolta e Gennaro Portogallo, assessore ai Lavori pubblici di Lonate. «Bisogna festeggiare», dice Portogallo. Rivolta replica: «Facciamo un’orgia». L’assessore: «Beh lì sempre, tu trova la location che le m......e le porto io...anche la pastiglietta portiamo anche per il Pier (per la procura si tratta di Piergiulio Gelosa, ndr) che lo facciamo riprendere un attimo». Insomma, negare l’euforia di non avere più un’inflessibile comandante di mezzo è stato un po’ un autogol.
Intanto il pubblico ministero Luigi Furno, carabinieri e guardia di finanza proseguono con gli interrogatori delle persone informate sui fatti.
L’avvocato Felice Brusatori al termine dell’interminabile faccia a faccia in carcere ha chiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari, il gip si è riservato la decisione. Il pericolo di inquinamento probatorio, si legge nell’ordinanza, è piuttosto alto. Non è però da escludere che le sue spiegazioni abbiano convinto il giudice a dargli una possibilità.
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