VIA JUCKER
Rom, chiuso il campo ufficiale
Sette le famiglie integrate al termine del percorso durato quasi cinque anni. Nel bosco al confine con Villa Cortese continuano gli sgomberi
L’ultima famiglia ha lasciato il campo di via Jucker alla fine del mese scorso, poi il cancello al civico 69 è stato chiuso con pesanti lucchetti. Dentro il recinto restano due auto guaste che i rom si sono già impegnati a recuperare, la travatura di una tettoia e l’ultimo dei moduli che per poco meno di cinque anni erano stati le case delle 7 famiglie che a partire dal novembre 2012 avevano firmato il “Patto locale di sicurezza e coesione sociale” proposto dalla giunta di Alberto Centinaio. Quel patto che poi grazie all’impegno della Fondazione Padri Somaschi e di una serie di associazioni di volontariato aveva dato origine al progetto “Oltre il campo”.
Il percorso non è stato semplice: i bagni, ad esempio, erano stati adeguati alle esigenze del campo solo due anni dopo la sua inaugurazione. Ma alla fine il progetto ha comunque prodotto risultati importanti, perché sette famiglie rom sono state strappate ai boschi e hanno rivoluzionato uno stile di vita millenario, adeguandosi a vivere in appartamenti e a mandare a scuola i figli.
Le prime tre erano state accompagnate nel percorso verso una nuova casa nel maggio 2016, altre tre avevano lasciato il campo tra ottobre e dicembre 2016, a gennaio in via Jucker restava un solo nucleo. Che appunto grazie alla formula dell’housing sociale ha trovato casa alla fine dello scorso mese. Il tempo di fare i bagagli, smontare il campo e demolire i moduli abitativi ormai inutilizzabili, poi nei giorni scorsi il piazzale di via Jucker è stato restituito ad Amga.
Complessivamente, in questi anni il progetto ha coinvolto una trentina di persone, per la precisione 15 adulti e 16 minori. Inutile cercare di fare i conti su costi e benefici: quanto vale l’integrazione di una famiglia? Quanto vale un bambino strappato ai boschi e inserito in una scuola? Il dibattito potrebbe continuare all’infinito.
Certo, il progetto oltre il campo non è comunque bastato per risolvere definitivamente il problema dei rom, che a Legnano come altrove è semplicemente irrisolvibile: mentre in via Jucker sono arrivati i lucchetti, nei boschi al confine tra Legnano e Villa Cortese continuano gli sgomberi della polizia locale. Quando nel 2012 era stata avviato il “Patto locale di sicurezza”, i Padri Somaschi avevano censito nel campo un totale di 130 stranieri. Nell’aprile 2015 secondo la loro relazione nei boschi c’erano poche persone, e tra loro nessun minore. Oggi i rom che abitano nelle baracche che ogni settimana sono demolite dagli agenti di polizia locale sono in tutto 16, e tra loro ci sono sei minori (quasi tutti adolescenti). La situazione è sotto controllo, ma la pressione deve restare alta.
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