LA SENTENZA
Rubò ai contadini: condannato
Due anni e due mesi di carcere all’uomo fermato dopo i colpi alle casette di Cartabbia
Aveva messo a segno i furti poco più di un mese fa, nel quartiere di Cartabbia: nel giro di poche ore aveva saccheggiato le casette utilizzate dai contadini per badare agli appezzamenti di terreno. Ma quella stessa sera era stato intercettato dai poliziotti della Volante e arrestato in flagranza di reato.
L’altra mattina nel Tribunale di Varese è arrivata la sentenza: il giudice monocratico Giuseppe Fertitta, con pubblica accusa rappresentata dal pm Laura Patelli, ha disposto a suo carico due anni e due mesi di carcere, subito declinati negli arresti domiciliari.
Una condanna molto severa, basata sul fatto che l’uomo - italiano di 57 anni - aveva una sfilza di precedenti penali, ma anche sulla contestazione del reato di furto in abitazione, “parificando” di fatto le casette dei contadini con una vera e propria casa.
Ed è proprio su questo punto che il suo difensore, l’avvocato penalista Pasquale Schiariti, ha già annunciato battaglia: il legale presenterà ricorso in Appello, partendo appunto dal fatto che questi fabbricati non possono essere considerate abitazioni.
Insomma, potrebbero ancora esserci ancora sviluppi giudiziari di questa vicenda balzata agli onori delle cronache.
Tutto era avvenuto all’inizio di dicembre quando da Cartabbia arrivò la segnalazione di alcuni cittadini che avevano notato un’automobile sospetta nella zona boschiva del rione: sul posto si precipitarono le pattuglie della Volante e della Squadra Mobile.
La vettura in questione fu individuata, ma a bordo non c’era nessuno: pochi passi dopo, ecco sbucare il 57enne che si mise a correre cercando la fuga, subito interrotta dai poliziotti, che lo acciuffarono. Addosso gli furono trovati un paio di guanti da lavoro, un passamontagna, un tronchesino, una torcia a led e un binocolo: insomma, il kit completo del ladro provetto.
A poca c’erano le casette utilizzate dai contadini per riporre gli attrezzi e non fu difficile notare che cinque di queste erano state forzate.
Furono quindi rintracciati i proprietari e uno di questi non ebbe esitazione nel riconoscere il proprio binocolo. Tra la refurtiva c’erano poi un mobile del Settecento e una pompa per il recupero dei liquidi, entrambi poi risultati arraffati dalle casette. Ulteriore riprova delle intenzioni del 57enne fu considerato dagli inquirenti il fatto che avesse rimosso i sedili posteriori della sua auto, trasformandola di fatto in un autocarro pronto per essere riempito.
All’epoca del fatto l’episodio destò nella zona una certa apprensione, di cui si fece portavoce il consigliere comunale di Forza Italia Domenico Esposito, stigmatizzando duramente l’accaduto. Al di là del danno economico in sé, perché questo materiale poteva comunque avere un suo valore, era emersa la profonda tristezza per un gesto che era andato a colpire chi coltiva con passione orti, dedicando a questa attività tempo e talvolta anche sacrifici. Ora a carico dell’uomo, responsabile dell’incursione, è arrivata la severa condanna inflitta in primo grado.
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