Usa
Russiagate: intralcio a giustizia? Trump attacca: "Caccia alle streghe"
Il caso si allarga. Il presidente replica a colpi di tweet: "Persone davvero cattive"
New York, 15 giu. (askanews) - Ancora una volta, Donald Trump fa la vittima. E si difende attaccando, a colpi di tweet. Mentre l'uomo a cui il dipartimento di Giustizia ha affidato l'inchiesta scottante del "Russiagate" scava sempre di più per capire se il presidente abbia tentato di ostacolare la giustizia, il diretto interessato è tornato a dire che è il protagonista della "più grande CACCIA ALLE STREGHE della storia politica americana, guidata da persone davvero cattive e piene di conflitti".
Tra di esse, evidentemente, c'è Robert Mueller, scelto dopo l'inatteso siluramento (voluto da Trump) dell'ex direttore dell'Fbi James Comey. E' lui a portare avanti una delle tante inchieste parallele sulle possibili interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali dello scorso 8 novembre e sui possibili contatti tra la campagna Trump e funzionari russi. Il sospetto è che una cooperazione con uomini legati al Cremlino, se c'è stata, abbia previsto una sorta di pagamenti che ovviamente dovevano essere nascosti. Siccome per provare che il corso della giustizia è stato ostacolato servono fatti, gli inquirenti sono impegnati nell'analizzare lo stato delle finanze non solo del presidente, ma anche del genero e consigliere Jared Kushner (che avrebbe cercato un canale diretto e segreto con Mosca) e dell'ex consigliere alla Sicurezza nazionale Micheal Flynn (costretto a dimettersi per avere fuorviato l'amministrazione sui suoi contatti con l'ambasciatore russo in Usa durante la campagna elettorale). Il mistero si infittisce dal momento che, stando a Comey, Trump gli aveva chiesto di "lasciar cadere" l'indagine in corso proprio su Flynn: "è un brav'uomo". Che però potrebbe avere agito impropriamente.
Attaccando indirettamente le indiscrezioni dei media, in primis il Washington Post, Trump ha twittato: "Hanno inventato una falsa collusione con la storia dei russi, hanno trovato zero prove, così ora si gettano sull'intralcio alla giustizia su una storia falsa. Bene". Peccato che nessuno degli organismi che sta indagando separatamente sul Russiagate - dall'Fbi al dipartimento di Giustizia passando per le commissioni Intelligence di Camera e Senato - abbia concluso che la collusione non c'è stata.
A difendere il presidente è sceso in campo un portavoce del suo avvocato personale per cercare di spostare l'attenzione su altro. Se la Casa Bianca si nasconde dietro alla tattica ormai consolidata di non rispondere a richieste di chiarimenti, la linea di difesa di Trump resta l'attacco all'Fbi, la cui "fuga di notizie sul presidente è scandalosa, illegale e senza scuse".
Intanto la National Security Agency ha detto di "cooperare a pieno" con Mueller. Stando al WPost, il direttore dell'intelligence nazionale Dan Coats (colui che supervisiona tutta la comunità dell'intelligence Usa) e Mike Rogers, a capo della Nsa, si preparano a essere interrogati da Mueller. La cosa non è da poco visto che i media americani aveva scritto che Trump chiese ai due di dire pubblicamente che non c'era alcuna collusione tra lui e la Russia così come chiese (inutilmente) a Comey di annunciare al Paese che il presidente non era personalmente sotto inchiesta. La settimana scorsa Coats e Rogers hanno detto in una testimonianza parlamentare di non avere mai subito pressioni, ma non hanno spiegato se Trump avesse chiesto loro di intromettersi nel Russiagate.
Per l'inquilino della Casa Bianca "la nuvola" in salsa russa diventa sempre più grande. E lui spera che passi, a colpi di tweet. Quelli che il suo staff vorrebbe non scrivesse per evitare che vengano usati contro di lui. Legalmente. Intanto Mueller, almeno per il momento, è salvo. Pare che la first lady e il capo di gabinetto abbiano convinto Trump a non cacciarlo. Perché silurare qualcuno se non c'è nulla da nascondere?
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