IL CASO
Sacchetti della discordia: «Basta aumenti»
Contenitori biodegradabili e a pagamento, Adiconsum: «Telefono rovente, troppi balzelli a inizio anno»
Pochi centesimi che stanno sollevando un’enorme polemica: perché i sacchetti della frutta diventati a pagamento dall’1 gennaio per adesione alla normativa europea proprio non vanno giù a cittadini e commercianti. Non tanto per l’entità dell’investimento ma perché la novità è vista come la goccia che fa traboccare il vaso in un quadro di aumenti generalizzati, dalle utenze alle autostrade.
Ed ecco che i centralini delle associazioni dei consumatori vengono già presi d’assalto.
«Ci chiamano in massa per capire come evitare questa spesa, per sapere se per esempio sia possibile portarsi la sporta da casa senza usare quella del negozio - spiega Marisa Mentasti, presidente di Adiconsum -. La normativa ha già escluso l’utilizzo della plastica imponendo l’utilizzo del mater-bi nel commercio. Ed è un’ottima cosa perché si pensa al bene dell’ambiente, ma è assurdo che si voglia far pagare il prezzo ai cittadini. Già abbiamo dovuto superare le stangate di inizio anno, con gli aumenti di luce e gas. Il timore è che adesso aumenti il costo di frutta e verdura. Resta poi il problema dei mercatini rionali che fanno più fatica ad adeguarsi rispetto alla grande distribuzione organizzata».
E AL MERCATO?
In effetti il mondo del commercio ambulante è alle prese con questa piccola-grande rivoluzione con difficoltà specifiche.
«Chi va al mercato si aspetta sempre di risparmiare - spiega Carlo Belletta, presidente di Anva Confesercenti -. È una questione di mentalità, gli operatori non hanno problemi ad adeguarsi, ma gli acquirenti parlano con noi e sono molto infastiditi: è anche difficile fare uno scontrino e chiedere quei pochi cent in più. Si può pensare che sia una piccolezza rispetto ad altre impennate nei costi ma psicologicamente non è così. Poi è vero, invece di multarci per una cosa del genere forse si potrebbe pensare di non far esercitare chi non ha i requisiti per operare: i banchi sono peggiorati nella qualità, nessuno vuole puntare il dito contro gli immigrati, ma a rimetterci sono sempre gli onesti e coloro che rispettano le regole. In Italia conviene essere nullatenenti. Il cittadino si sente preso in giro: non per pochi euro ma perché la politica sa solo chiedere senza mai cambiare».
Per strada, fra le bancarelle, ai banconi dei supermercati non si parla d’altro.
«PAGANO SEMPRE I DEBOLI»
«Ma è chiaro, viviamo già un periodo difficile, non si può fare cassa sulle fasce più debole colpendo addirittura i beni di prima necessità - incalza Marco Parravicini, fiduciario di Ascom Varese -. Siamo davanti all’ennesimo regalo alla grande distribuzione: torniamo al vero problema del commercio. Negli ultimi vent’anni la politica ha favorito solo i grandi distruggendo i centri storici».
Da un sacchetto biodegradabile, insomma, si passa rapidamente al commercio tradizionale che si consuma sotto i colpi delle tasse. E nelle ristorazione o nei pubblici esercizi?
La novità non sarà così potente per gli imprenditori ma per gli utenti finali sì, come sottolinea il presidente provinciale Fipe Giordano Ferrarese, che critica l’obbligo per frutta e verdura sfuse e non per i prodotti già preconfezionati, conservati in vaschette di polistirolo e microfilm.
«È solo una grande operazione che non tutela la salute pubblica, ma alcune ditte che producono sacchetti biodegradabili: aver autorizzato il poter portare il sacchetto da casa indurrà il consumatore a comprare quelli che costeranno meno e che spesso vengono prodotti all’estero senza normative rigide come quelle europee o meglio ancora Italiane».
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