IL CASO
Sacro Monte, ultima... spiaggia
Tintarella nel Giardino della memoria. Denuncia: «Più rispetto per il luogo»
In bikini sul prato, a mostrare anche un gradevole “lato B”. Solo che la donna in costume e sdraiata non è in riva a un lago ma nel giardino della memoria nel borgo sopra Varese. Sacro Monte Beach. È giusto, da tollerare e da consentire oppure no che un luogo d’arte e di fede si trasformi in “bagno riminese” per conquistare la tintarella?
Appello al decoro e anche a maggiore controllo. A chiedere che un’area pubblica di raccoglimento e preghiera non venga trasformata in una spiaggia nella quale prendere il sole o semplicemente sedersi con un telo per chiacchierare e bere una birra, è la presidente dell’associazione Amici del Sacro Monte, Ambrogina Zanzi.
Una richiesta ai cittadini, a rispettare la natura dei luoghi che frequentano, fatto da una persona di larghe vedute ma che riconosce il valore dei luoghi e della loro storia. «Non mi considero una bacchettona, però ritengo che nel giardino della memoria dove sorgono una cappella con un dipinto che ritrae Giovanni Paolo II con monsignor Macchi fatto da Mario Alioli e all’esterno, tutto attorno alcune lapidi in ricordo di personaggi benemeriti, tra cui don Mario Cortellezzi, il professor Salvatore Furia, il restauratore Carlo Aberto Lotti e il fotografo Vivi Papi, non sia consono trovare, come più volte in questi giorni, persone che si mettono in costume a prendere il sole sulla panchina o nel prato». Una situazione che si ripete anche sulle panchine del borgo e che riapre la discussione sul decoro e il rispetto per un luogo sacro.
«Non è il santuario e non è il viale delle cappelle, il giardino della memoria, ma credo che i i luoghi vadano rispettati per la funzione per la quale sono nati», spiega la presidente dell’associazione. «Invece in tutto il Sacro Monte, in questi giorni di grande caldo, è una esplosione di canottiere e calzoni corti, ma il costume è davvero troppo in un luogo, un parco protetto da recinzione e cancello, che dovrebbe essere luogo di meditazione o anche solo di visita, e non di sosta per la tintarella».
La vicenda dà il “la” ad Ambrogina Zanzi anche per richiamare l’attenzione dell’amministrazione pubblica «a maggiore controllo e a maggiore sorveglianza in tutto il borgo».
Il Giardino della memoria è una piccola area pubblica che gli Amici del Sacro Monte hanno “adottato” qualche anno fa. All’interno della cappellina è stato posto un quadro del pittore Alioli che riproduce la salita al Sacro Monte da parte di Giovanni Paolo II, nel 1984, accompagnato da monsignor Pasquale Macchi, che lo invitò quale arciprete del Santuario.
«Crediamo di avere ridato dignità a questo luogo, che era il cimitero di Santa Maria del Monte e che è stato abbandonato nel 1918 dopo la costruzione dell’attuale camposanto in via del Ceppo».
Della funzione originaria rimane traccia nella cinta muraria dove vi sono alcune lapidi tra cui quella tombale di don Luigi Bellasio, nato a Sacro Monte e parroco per oltre mezzo secolo. Da qualche anno gli Amici si prendono cura del piccolo parco e lo hanno arricchito con altre targhe commemorative «per ricordare le persone che si sono distinte per l’amore per il Sacro Monte e per iniziative di tutela per il borgo».
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