COMMERCIO
Saldi, partenza soft. Ma c’è speranza
Poca gente per le strade, anche a causa della pioggia. Gli operatori: «Servono attività di forte richiamo»
Un inizio senza troppo entusiasmo per il primo weekend di saldi: complessivamente le vendite nei negozi del centro hanno tenuto venerdì e sabato, molto meno domenica 7. Tutti gli operatori interpellati , però, non si perdono d’animo e sono concordi nel dire che il fine settimana appena concluso, così a ridosso delle festività, non è indicativo. Per fare una reale valutazione, bisognerà attendere i prossimi giorni, quando la vita cittadina tornerà a pieno ritmo.
Domenica corso Matteotti appariva deserto, poca gente in giro anche nelle altre vie. Niente a che vedere con gli affollamenti registrati nei centri commerciali. Ma il potere d’acquisto sembra essere in risalita. Ne è convinto Marco Risi, titolare di sette negozi tra il centro città e Gavirate: «Questi ultimi hanno tenuto rispetto all’anno passato, mentre invece in centro abbiamo avuto il 15% in meno di vendite con un afflusso diminuito del 23%. In sostanza, questo significa, però, aver venduto un 8% in più».
Non solo le vacanze ancora in corso: ad influire sui primi giorni di saldi sono stati anche il brutto tempo («la gente esce di casa malvolentieri o confluisce nei centri commerciali«), e il cambio degli stili di vita. Questo dato è chiaro a Giorgio Angelucci, che, in qualità di presidente Ascom, ha sottomano i dati che provengono da vari settori: «Tengono viaggi, ristorazione e alimentari, ma i beni di consumo nell’abbigliamento e accessori sono stati in calo fin da Natale. Speriamo nei prossimi giorni, per il momento c’è stato meno interesse rispetto al solito. Il dato non riguarda solo Varese, a Milano pare che ci sia stato il deserto finora».
Anche l’e-commerce, ovvero gli acquisti online, rientrano nelle concause: «Per la prima volta, questo fatto è stato evidente anche qui da noi. La gente compra su internet ed esce solo se attirata da eventi di grosso richiamo, eventi particolari, che non si trovano altrove. Allora le persone tornano in centro e ridiventano potenziali clienti, perché, a quel punto, entrano in negozio, soprattutto se l’offerta è di qualità, cosa che fa sempre la differenza in una città con un target medio-alto come la nostra» ammette Paolo Ambrosetti, titolare di un’attività commerciale e portavoce del comitato Diamoci Una Mano Varesini.
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