Ue-Turchia
Sale di tono lo scontro Ankara-Ue: Ankara minaccia: a rischio accordo immigrazione
ministro Affari europei turco, Celik minaccia revisione accordo
Ankara 13 mar. (askanews) - Sale di intensità lo scontro tra l'Unione Europea e la Turchia. Mentre da Bruxelles, la Ue esprime la sua forte preoccupazione per i cambi costituzionali cercati da Erdogan col referendum e si invita Ankara ad abbassare i toni polemici verso Olanda, Germania e gli altri paesi che hanno limitato i comizi politici turchi sul loro territorio, la Turchia risponde con la minaccia di rivedere l'accordo sull'immigrazione stabilito dal paese con l'Unione.
La Turchia "dovrebbe rivalutare" l'accordo sull'immigrazione firmato con l'Unione Europea, alla luce della crisi diplomatica con l'Olanda: lo ha affermato il ministro degli Affari europei turco, Omar Celik, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'agenzia di Stato, Anadolu.
"La Turchia dovrebbe riesaminare la clausola sul transito per via terra" contenuta nell'accordo, ha avvertito Celik; secondo Anadolu il Ministro avrebbe evitato di rimettere in discussione l'applicazione dell'accordo alle vie marittime solo perché ciò metterebbe a rischio il voto dei migranti diretti verso l'Europa.
Le dichiarazioni di Celik avvengono dopo al crisi diplomatica aperta dal rifiuto del governo olandese di autorizzare due Ministri turchi a partecipare a dei comizi in favore del referendum costituzionale proposto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Dal canto suo la Commissione europea ha ricordato oggi che "gravi preoccupazioni" sono state espresse dalla Commissione Venezia del Consiglio d'Europa per la proposta di modifiche costituzionali in Turchia che rischiano una "concentrazione eccessiva di potere in una sola funzione, con gravi conseguenze sulle necessarie garanzie contro gli abusi dei potere esecutivo ('checks and balances', ndr) e sull'indipendenza del sistema giudiziario". Inoltre, secondo la Commissione, "è preoccupante che questo processo di modifica costituzionale avvenga durante lo stato di emergenza" instaurato dopo il tentativo di colpo di Stato del 15 luglio scorso. Lo affermano in una dichiarazione congiunta pubblicata a Bruxelles l'Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini, e il commissario all'Allargamento dell'Unione e la politica di Vicinato, Johannes Hahn.
Le modifiche costituzionali, che concentrano il potere nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan, sono sono state adottate dal Parlamento turco il 16 gennaio e saranno sottoposte a referendum il prossimo 16 aprile.
"Come sottolineato nel suo parere dalla Commissione Venezia (del Consiglio d'Europa, ndr), la Turchia ha il diritto di decidere il proprio sistema di governo. Riconosciamo il fatto che il Paese stia attraversando tempi difficili e sosteniamo la sua lotta contro il terrorismo", affermano i due membri dell'Esecutivo Ue, ricordando però subito dopo le preoccupazioni espresse dalla stessa Commissione Venezia.
"Gli emendamenti proposti, se approvati al referendum del 16 aprile, e in particolare il modo in cui saranno applicati in pratica, verranno valutati alla luce degli obblighi della Turchia come Paese candidato all'adesione all'Ue e come membro del Consiglio d'Europa", sottolineano Mogherini e Hahn, e aggiungono: "Incoraggiamo la Turchia a proseguire e approfondire ulteriormente la sua cooperazione stretta con il Consiglio d'Europa e i suoi organismi (in particolare la Commissione Venezia, ndr) e a rispondere alle loro preoccupazioni e raccomandazioni".
Quanto alle tensioni degli ultimi giorni fra Ankara e i Paesi Bassi per il divieto imposto alla partecipazione di due ministri turchi a manifestazioni pro-Erdogan in Olanda, la Commissione europea chiede di "evitare ulteriori 'escalation' e calmare la situazione". "Le decisioni riguardanti la tenuta di manifestazioni e riunioni negli Stati membri sono di competenza dei paesi interessati, in accordo con le norme della legislazione nazionale e internazionale"
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