VIOLENZA
Salvata dal suo aguzzino
Donna picchiata e brutalizzata si rivolge disperata alla polizia dopo due anni da incubo, ma non osa denunciare il compagno. Gli agenti della squadra donne maltrattate (la prima in Italia) indagano e alla fine l'uomo finisce in cella
Due anni da incubo, violenza verbale e fisica che quasi ogni giorno la lasciava senza fiato, provocandole ferite indelebili sia nel fisico che nell'anima. E alla fine, inevitabile, la ribellione, anche se nella mente di una donna di 32 anni, brutalizzata dal compagno di 37, neppure a quel punto, dopo percosse, lesioni e numerosi ricoveri in ospedale (strangolamenti, pugni, calci, la testa sbattuta contro il muro e contro oggetti di cristallo, voli dalle scale e dall'auto in corsa) si è fatto largo il desiderio di vendetta, tanto da tentennare di fronte agli agenti del commissariato di Rho-Pero che le chiedevano di denunciare il suo aguzzino. La donna, che a fine aprile aveva contattato il 113 temendo per la propria vita, chiedeva solamente di potersene allontanare, temeva che lui potesse reagire con ulteriori violenze, sperava solo di poterlo cancellare dalla sua vita e tornare ad essere libera dall'incubo.
Ma al commissariato, il primo in Italia ad avere istituito una squadra che si occupa esclusivamente di reati
riguardanti i maltrattamenti alle donne, trova dei professionisti e delle persone pronte a farsi in quattro per lei. Gli agenti
la tranquillizzano, le stanno vicino e procedono senza la
necessità di una denuncia di parte. Sulla base delle informazioni fornite
dalla donna e di mirate investigazioni, è lunga la serie di prove contro l'uomo, incastrato come responsabile di reati
molto gravi. Poi la cattura, grazie a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per minacce, molestie e lesioni gravi.
Ora la donna è libera, può tornare ad avere una vita "normale". Ma gli agenti le saranno vicini ancora per molto
tempo.
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