CONTRIBUTO REGIONALE
San Biagio, ripresi gli scavi
La chiesina - il cui nucleo originario risale al nono secolo - restituisce sepolture medioevali
La chiesina di San Biagio, che domina il colle sopra Cittiglio, tra un paio d’anni sarà definitivamente restaurata. Con il sopralluogo di Sara Masseroli, responsabile di zona della Soprintendenza archeologica della Lombardia, avvenuto questa settimana, s’è dato ufficialmente il via all’ultima fase degli scavi sulla parte di sagrato non ancora esplorata.
La tranche conclusiva dei lavori archeologici, ricominciati nel 2016 dopo una prima campagna di scavi tra il 2006 e il 2009, è stata finanziata dalla Regione con un contributo di 22.500 euro elargiti in base al bando “Aree archeologiche e siti Unesco” che ha distribuito 800mila euro sul suolo lombardo, finanziando ventitré progetti.
«Secondo le tempistiche ipotizzate dai tecnici, lo scavo, iniziato da pochi giorni, potrebbe essere completato in primavera», anticipa Antonio Cellina, presidente del “Gruppo amici di San Biagio”, l’associazione che, da sempre, si occupa di reperire fondi per la riqualificazione e valorizzazione della chiesa più antica di Cittiglio. La storia di questo piccolo e prezioso edificio risale addirittura all’ottavo secolo, quando fu costruita la prima chiesetta di dimensioni molto ridotte. Si trattava di una cappella privata annessa a un castello militare contiguo.
«Toccherà poi al nostro gruppo, d’intesa con la Soprintendenza - prosegue Cellina - preparare il progetto di sistemazione definitiva del sagrato e procedere poi alla sua realizzazione, in modo da dare compimento, nel giro di un paio d’anni, al completo restauro dell’importante monumento». Gli scavi sono condotti dagli archeologi Roberto Mella Pariani e Monica Motto e hanno un collegamento diretto con l’Università dell’Insubria. Marta Licata, tecnico del Dipartimento di biotecnologie e scienze della vita ed esperta in archeo-osteologia, è infatti l’organizzatrice delle ricerche e degli studi in corso all’università.
«Gli scavi - sottolinea ancora Cellina - stanno riportando alla luce una dozzina di sepolture medioevali che saranno poi studiate in laboratorio. Adesso i reperti scheletrici rinvenuti sono stati ricomposti all’interno della chiesa. Qui arrivano periodicamente studenti di diverse discipline che hanno la rara possibilità di studiare sul posto i reperti, riuscendo a osservare gli scheletri in connessione con la loro giacitura e deposizione».
Una particolarità emersa, per esempio, è l’alta percentuale di bambini sepolti, indice di una mortalità infantile molto alta e con la presenza di molti infanti e neonati, adagiati all’interno di coppi in laterizio.
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