L’INTERVISTA
«Sarà un’Uyba d’attacco»
Mencarelli: «Diouf vuole reagire, Stufi dà motivazioni. E se arriva Martinez...»
Dal collegiale di Chiavenna dove è al lavoro con il nuovo gruppo della nazionale prejuniores, Marco Mencarelli resta vigile sulla costruzione della nuova Unendo Yamamay, un gruppo che va completandosi tassello dopo tassello e del quale, si percepisce chiaramente, il coach biancorosso “gusta” già le potenzialità.
Che Uyba sta nascendo?
«Una squadra d’attacco, forte nei fondamentali di rete e quindi una squadra da entusiasmo, decisamente offensiva. Anche più vicina al mio modo di fare pallavolo e, soprattutto, che conterà sulla presenza di ragazze con le quali in passato ho già lavorato: ciò farà in modo che sappia già come prepararla».
Una squadra con più certezze che scommesse...
«Quello delle scommesse è un percorso che siamo stati costretti a compiere lo scorso anno, ora c’è stata una diversa programmazione legata anche all’impegno pluriennale che ho io con il club e dei contratti che si stanno sottoscrivendo con le atlete in arrivo. Anche nella passata stagione c’era un progetto ma sono mancati alcuni passaggi, ora abbiamo un programma consolidato e ad ampio raggio».
Il mercato ha quasi azzerato la vecchia rosa: che cosa si porta dietro dalla prima stagione da allenatore in A1?
«Ero abituato a plasmare le giocatrici, nella massima serie, invece, ho capito che, come ha avuto modo di dire Massimiliano Allegri, un allenatore deve mettere le giocatrici nella migliore condizione fisica, tecnica e mentale per esprimere la loro forza».
Vuol dire che il suo concetto dell’allenabilità delle giocatrici anche non eccelse l’ha rivisto?
«In parte sì. Non me ne sono del tutto privato, ma è giusto trovare un compromesso e un punto di incontro. L’anno scorso c’era un gruppo nel quale la sola Pisani aveva fatto una stagione da titolare in A1 e con Thibeault unica straniera ad avere giocato in Italia: ciò mi autorizzava a pensare alla plasmabilità di quel gruppo. Ora ci saranno ragazze già formate che sanno che sono uno che allena molto. Inoltre disputare la Cev Cup ci darà continuità: il confronto internazionale si inserisce nel programma pluriennale che mira a riportare Busto al vertice anche in ambito europeo»
Squadra offensiva, si diceva, ma il primo interrogativo che nasce è: chi riceverà?
«Spirito e Simpson sono due giocatrici molto importanti in questo fondamentale, è in corso la ricerca di un profilo con caratteristiche spiccate in seconda linea: l’idea è quella di utilizzare i cambi per creare i giusti equilibri».
Il sogno è Brayelin Martinez?
«È giovane ma con un valore già consolidato. La conosco da tempo, è come Egonu e Danesi, un’atleta già strutturata: l’aspettiamo».
Torna Diouf dopo una stagione così così a Modena: come ricomincerà?
«Lei ripartirà dai suoi punti di forza e dal desiderio di reagire, un aspetto che le ho sempre riconosciuto. Entrambi ci portiamo dietro la consapevolezza di quel che abbiamo vinto insieme in passato e quel che vogliamo vincere in futuro».
Arriva anche Stufi: una ragazza in grado di dare anche oltre il solo aspetto tecnico.
«Sotto il profilo motivazionale è una persona di valore e nel tempo ha cementato carattere e determinazione. In campo mette grande pressione con l’attacco ed è estremamente intelligente nella gestione del muro: ciò di cui abbiamo estremamente bisogno in squadra».
Su Beatrice Berti ci sono grandi attese: è già pronta?
«Ha fatto un cammino incredibile, è in crescendo continuo, è duttile, può essere il cambio di entrambe le centrali. A muro dovremo disciplinarla e renderla più rapida».
Il presidente Giuseppe Pirola ha detto che a Mencarelli chiede risultati: avverte la pressione?
«Giusto che sia così ed è la medesima pressione che mi metto addosso da solo. Arrivo da una stagione in cui c’è stato bisogno di rodarsi e nella quale il bilancio finale è che non abbiamo centrato gli obiettivi perché, utilizzando un’immagine calcistica, è come se avessimo creato tante occasioni da gol ma non l’abbiamo mai messa dentro. Ora c’è la consapevolezza di avere aumentato la competitività della squadra e di pari passo la necessità di portarla a traguardi e classifiche consone».
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