LA TRAGEDIA
Morto il bimbo rapito dal Villoresi
Aveva deciso di fare il bagno con gli amici alla Fametta, la corrente lo ha risucchiato
Secondo qualcuno era praticamente morto già domenica sera, 12 agosto, dopo essere rimasto troppo tempo sott’acqua.
Mamma, papà e fratelli hanno sperato, insieme con i medici, per molte interminabili ore, perché il battito cardiaco era ripresto e tutti facevano il tifo.
Poi hanno dovuto arrendersi alla realtà: A.Z., 11 anni, ragazzino pachistano immigrato con la famiglia a Saronno anni fa, non ce l’ha fatta. Quel bagno nel Villoresi gli è stato fatale.
Il bambino si è spento ieri, 14 agosto, all’ospedale San Raffaele di Milano dove era stato trasportato con urgenza domenica.
Nel giorno festivo aveva raggiunto con altri quattro ragazzini la zona della Fametta, a Garbagnate Milanese, dove si trova lo scolmatore. Si erano spostati in treno da Saronno, quindi avevano raggiunto il punto vicino a un ristorante e al noleggio canoe.
Lì, come lungo tutto il Villoresi, vige il divieto di balneazione. I ragazzini si sono spostati sulla sponda da cui la gente di solito scende comunque nell’acqua, per trovare refrigerio dalla calura.
I divieti vengono disattesi, come l’invito ripetuto più volte dalle forze dell’ordine a non entrare nel canale.
Tanti prendono il sole e se i carabinieri o la polizia locale non trovano nessuno in acqua non possono contestare nulla.
Ma i ragazzini sono entrati, togliendosi i vestiti e rimanendo in slip, tenendosi comunque vicini alla riva.
Non sapendo nuotare non volevano rischiare. A.Z. ha fatto qualche passo in più verso il centro del canale, mentre gli altri gli ripetevano di tornare, perché era pericoloso. Purtroppo non li ha ascoltati e la corrente ha trascinato via l’11enne nella zona in cui le bocche fanno confluire l’acqua nei tunnel creati sotto la rete ferroviaria.
Il ragazzino è stato in pratica risucchiato dalle tubazioni, in un modo simile a quello verificatosi poche settimane fa in una piscina di Sperlonga, dove una 13enne è morta sotto gli occhi atterriti della madre.
Questa volta non c’erano adulti. I ragazzini, terrorizzati, hanno chiesto aiuto, ma è stato necessario parecchio tempo per recuperare il corpo, finito sul fondo del canale. A.Z. è rimasto sott’acqua circa 40 minuti senza poter respirare.
Quando i soccorritori (i volontari dei vigili del fuoco di Garbagnate e i sommozzatori del comando milanese di via Messina) lo hanno ripescato, la ripresa del battito dopo le manovre salvavita era parsa un miracolo.
Ai carabinieri di Garbagnate e della Compagnia di Rho il triste compito di allertare i genitori. Non c’erano grandi speranze, ma la famiglia ha creduto comunque che si potesse salvare. Fino all’ultimo minuto, ieri mattina.
«Una tragedia», dicono tutti. «Una corrente troppo forte», incalza chi è del territorio.
Qualcuno ricorda altri episodi, lungo il Villoresi, con protagonisti sempre ragazzini stranieri: un cinese e un romeno gli ultimi ad aver perso la vita tra queste acque.
Per A.Z. ora si prospetta l’autopsia, obbligatoria in casi del genere. Per chi frequenta la Fametta l’ansia di dover piangere un altro bambino in una riva che non è una spiaggia, anche se attira i più giovani come se lo fosse.
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