PAOLA RAVASIO
Scolpisco la mia idea del mondo
Paola Ravasio crede in ciò che fa, e di questi tempi non è poco. Oggi scolpire è quasi un azzardo, il mercato offre pochissimi appigli e l’artista si trova solo con se stesso, aggrappato alle sue motivazioni e alle intuizioni, che devono essere forti e ben strutturate. Paola ha chiaro il suo percorso, coniuga il pensiero con il mestiere, agisce e non si ferma alla parola, ma l’accompagna con l’azione.
«Tento di proporre una visione della mia idea di mondo, tutto prende origine dal segno, più immediato. Dal pensiero l’intuizione passa alla mano, al segno grafico che gli dà forma. Poi viene la scultura. Ma prima ho indagato dentro di me», dice Paola.
Alla galleria Punto sull’Arte di Sofia Macchi, Paola Ravasio espone nove sculture e quattro opere di grafica 70x100 più un’installazione a terra con disegni e abbozzi. A «scopo didattico» poi, l’artista di Caronno Varesino ha portato anche alcuni stampi in gesso dei suoi lavori e i ferri del mestiere.
«Forma mentis» è il titolo della mostra che, curata come sempre da Alessandra Redaelli, è un ritorno per Ravasio, già ospite della galleria. «Sono esposte opere degli ultimi anni, qualcosa del 2016 e del 2013. È un percorso con una sua logica, racconta la genesi della mia arte, l’idea che ho sull’origine dell’atto creativo. Prendo spunti dalla vita di tutti i giorni, da cose che sono parte di me. La lettura di una mia opera da parte dell’osservatore mi apre poi una nuova visione del lavoro svolto. Se nessuno guarda una scultura, la scultura non esiste».
Nata nel 1978 a Varese, Paola Ravasio, dopo aver frequentato il liceo artistico «Angelo Frattini», si trasferisce a Carrara dove apprende le tecniche di lavorazione del marmo, quindi «entra a bottega» nello studio-laboratorio di Pietro Scampini per completare la sua formazione. Molte le mostre personali e collettive realizzate dall’artista, che nel 2014 si aggiudica anche la prima edizione del Premio «Giancarlo Sangregorio» a Somma Lombardo.
L’impressione che danno gli ultimi lavori di Paola è di forme in potenziale movimento, pur nella loro statica contorsione. Nei disegni e nelle sculture c’è un continuo fluire, se chiudiamo gli occhi i soggetti mutano come in un caleidoscopio in tre dimensioni, tondi e spigoli scivolano uno nell’altro e ci insegnano una diversa concezione del tempo e dello spazio, un divenire percepito dalla mente ma assecondato dal segno vigoroso dell’artista.
«È sufficiente abbandonarsi alle sensazioni e lasciare che quella scultura liscia, candida, quasi sostanziata di luce, si faccia strada dentro di noi passando dagli occhi al cuore - e alla pancia - prima di fare tappa al cervello. La lettura razionale da parte del cervello può avvenire anche dopo (e avverrà: possiamo starne certi), ma non c’è fretta», scrive Alessandra Redaelli nel testo del catalogo.
Una scultura figlia dell’istinto e del mestiere, colma di accensioni dinamiche e di energia pronta a esplodere. Ma nulla è improvvisato, la ragione sovrintende i lavori, dando alle forme la patina unica derivata dalla cultura profonda dell’artefice.
Paola Ravasio, «Forma Mentis» - Varese, galleria Punto sull’Arte, viale Sant’Antonio 59/61, fino al 4 marzo da martedì a sabato, 10-13 e 15-19, domenica 22 gennaio ore 15-19, altre info 0332.320990.
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