IL COLPO
«Sdraiatevi sul letto». E li deruba
Coppia di anziani raggirati da un falso tecnico: «Ci ha ipnotizzati»
«Uno choc terribile, momenti che non potremo mai dimenticare». Comincia così il suo racconto Elvira Tedeschi, che con il marito Aristide Carlo il 30 ottobre ha vissuto per diversi minuti in balìa di un malvivente che le ha portato via tutto quanto i due anziani conugi avevano in casa: oro, denaro, orologi, persino le fedi. Il furto è stato compiuto con una tecnica di persuasione “occulta” che purtroppo viene utilizzata spesso con successo.
La signora Elvira, che vive in una palazzina in via Borromini 35 a Sangallo da cinquant’anni, stenta ancora a credere a quanto è successo.
Unica consolazione, l’uomo non ha alzato un dito contro di loro.
Anzi, si è comportato con estrema calma.
«Erano circa le 9 di mattina - riepiloga la signora -. Mio marito era appena sceso a vedere a che punto fossero i lavori per il riscaldamento, visto che la caldaia si era guastata e siamo rimasta tutti al freddo per giorni. A un certo punto ha notato un signore distinto, piuttosto alto, che suonava un campanello. Gli ha chiesto chi fosse, anche perché il portoncino al pianterreno era rotto. La risposta: «Devo controllare i caloriferi» non l’ha insospettito e quindi l’ha fatto entrare a casa nostra, al quarto piano».
E qui cominciano i minuti più incredibili che la coppia di anziani («non mi chieda l’età, però») ha mai vissuto in vita sua.
L’uomo, che sosteneva di essere un tecnico del Comune, ha cominciato a darsi da fare intorno ai radiatori, i coniugi lo seguivano con attenzione.
«Intanto metteva e toglieva la spine elettriche, anche quella del frigorifero, rispondeva al telefono (forse con il complice, ndr), e ci rimbambiva di parole - dice la signora Elvira, che ricorda perfettamente ogni momento -. Ci ha persuaso a mettere oro e orologi in un sacchettino di plastica, «no, guardi, fatelo voi, io non voglio toccarli, né guardare le vostre bollette, ci diceva». E intanto, con tecniche che parevano quasi da ipnotizzatore, convinceva i coniugi persino a sfilarsi le fedi «perché non dessero fastidio», oltre al collier che la signora portava.
«State seduti, state seduti, le sentite queste scosse? Potreste cadere. E noi in effetti le sentivamo, anzi, eravamo sempre più confusi: ma questo l’ho capito solo dopo. Così come dopo ho saputo che ha suonato ad altri vicini ma nessuno gli ha aperto - ragiona Elvira Tedeschi -. Al momento quell’uomo alto e con il giubbotto nero non ci sembrava una minaccia».
Neanche quando li ha convinti a stendersi sul letto, nella camera matrimoniale.
«Sdraiatevi fino a quando finisco il lavoro, non vi alzate, neanche se sentite scosse più forti, poi vi chiamo io», li persuadeva, abbassando nel frattempo le tapparelle della finestra e chiudendo la porta della camera.
«A un certo punto ho detto a mio marito: alzati a vedere che cosa fa».
Ed ecco la brutta sorpresa: il sacchetto che la signora aveva lasciato nell’armadio a muro con i preziosi era sparito. L’uomo si era dileguato lasciando pure la porta d’ingresso semiaperta, forse per non fare rumore.
Per strada c’era un’auto con un complice: in un attimo i due erano lontani da Sangallo. Furto (con ipnosi?) riuscito.
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