Ema
Sede Ema, la beffa del sorteggio spegne la festa di Milano
Sala: assurdo essere esclusi così. Maroni: Ue se ne è lavata mani
Milano, 20 nov. (askanews) - Sembrava un caso di scuola, un'ipotesi solo da manuale, da zelante burocrate di Bruxelles, eppure alla fine è stato il sorteggio a decidere la nuova sede dell'Ema, così come quella dell'Eba. Una circostanza che a Milano, dove il Pirellone era già pronto per essere illuminato a festa, ha reso ancora più indigesta la sconfitta da parte di Amsterdam, pescata con un bussolotto dopo che il ballottaggio si è concluso in parità, con 13 voti per ciascuna città e un astenuto, la Slovacchia.
Qualcosa il sindaco Giuseppe Sala lo aveva subodorato già a giungno, subito dopo l'approvazione da parte dei leader dell'Ue delle regole per il voto. "Quando ho visto il sistema per la prima volta ho pensato che non era normale" prevedere che si potessero muovere investimenti per 1,7 miliardi di euro con un sorteggio, e soprattutto che "non era il sistema che proponeva l'Italia".
L'obiettivo di Palazzo Chigi, in effetti, era quello di fare in modo che prevalessero le ragioni tecniche, e in parte è stato raggiunto, ma è forse stata sottovaluta la probabilità che anche la terza votazione, complice l'astensione di Bratislava, finisse senza un vincitore. "È veramente un po assurdo essere esclusi perché si pesca un bussolotto. Tutto regolare sì, ma normale no" ha rincarato il primo cittadino.
Quanto al presidente Lombardia, il leghista Roberto Maroni, che pur di ottenere l'Ema aveva offerto la sede del Consiglio regionale andando contro il proprio partito, non è un caso che a decidere sia stato il caso: "Il rammarico è proprio nei confronti della Commissione europea: la mia impressione è che, per una decisione così importante, se ne siano lavati le mani, calcolando di arrivare 13 pari, per affidare il destino alla sorte. Questo non va bene: un'istituzione che funziona non si comporta così. Quindi, una riflessione andrà fatta proprio sul sistema di governo della Commissione europea".
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