AL PARCO
Serate da incubo in via Ranchet
Gruppi di richiedenti asilo occupano le panchine, schiamazzano e disturbano la quiete dei residenti. E la Lega va all’attacco
Montagne di cartoni di vino e altre forme di rifiuti ammassati in cestini pieni e sotto di essi. È ormai questo lo scenario sempre più frequente nel parco di via Ranchet. I cittadini non ne possono più e fanno quanto in loro potere per attirare l’attenzione su questa realtà. C’è chi fa foto, chi fa video e intanto chiama la polizia locale. Perché l’abuso di alcol, soprattutto in giornate calde come quelle dell’ultimo periodo, rappresenta un mix esplosivo. Il clima è ardente, non solo a livello meteorologico e le risse sono sempre pronte a scoppiare, mettendo allarme in chi vorrebbe passare del tempo al parco per riposare. Al suo passaggio, però, trova le panchine occupate da richiedenti asilo che, non avendo nulla da fare per tutto il giorno, passano il tempo a bivaccare all’aria aperta. «Niente di nuovo sotto il sole, anzi sotto l’ombra degli alberi in compagnia del Tavernello», spiega il capogruppo della Lega Nord Stefano Deligios, che proprio la scorsa settimana aveva sottolineato l’esigenza di una gestione differente delle giornate dei richiedenti asilo a Gallarate. «Continuano a bere, a fare schiamazzi e importunare chi abita lì. Poi volano schiaffoni, ma è solo il solito copione di chi è abbandonato a se stesso. Chi si vanta di guadagnare 2 milioni di euro all’anno, potrebbe investire almeno del tempo per alleviare il fastidio di chi vive lì e vorrebbe poter aprire le finestre senza sentire tutto quel trambusto». Anche perché, di esempi virtuosi, ce ne sono e Deligios li porta ad esempio. «So di altre realtà che, con lo stesso numero di migranti, riescono a gestirli senza problemi, né con gli ospiti, né con i migranti».
© Riproduzione Riservata