Venezuela
Settimana decisiva per il Venezuela, domenica voto per la Costituente, l'opposizione alza il tiro
Nuovo sciopero generale mercoledì e giovedì, poi grande marcia a Caracas
Caracas, 24 lug. (askanews) - Si apre una settimana decisiva per la crisi del Venezuela, dove l'opposizione moltiplica le iniziative per tentare di bloccare l'elezione dell'Assemblea costituente - prevista per il 30 luglio - voluta dal presidente Nicolas Maduro. L'intenzione del capo dello Stato di modificare la Costituzione è denunciata dagli oppositori come un tentativo di golpe.
Ieri l'opposizione ha lanciato un appello a boicottare il voto di domenica e ha convocato di nuovo uno sciopero generale di 48 ore per mercoledì e giovedì. Per venerdì invece, due giorni prima del voto, è prevista una gigantesca marcia a Caracas.
"La lotta deve proseguire, il popolo del Venezuela deve dichiarare lo sciopero generale, venire a Caracas e preparare un boicottaggio da parte della società civile", ha detto Freddy Guevara, vice presidente del parlamento, in cui l'opposizione ha la maggioranza.
Guevara, che rappresenta il Tavolo dell'Unità Democratica, la coalizione di opposizione, parla di "un boicottaggio civile, senza armi, senza violenza, ma con determinazione. Che nessuno pensi che ci faremo ridurre in schiavitù senza combattere". "Non è il momento di arrendersi o di lasciarsi prendere dal panico, questo è un momento decisivo per il futuro del nostro paese", ha incitato Guevara. "Che sia chiaro a Maduro e all'esercito - che sostiene il governo - che noi non cederemo, non permetteremo questo imbroglio costituzionale".
Secondo l'opposizione, le modalità di elezione dei 545 membri dell'Assemblea costituente non sono corrette e premiano il fronte chavista (dal nome di Hugo Chavez, presidente dal 1999 fino alla sua morte nel 2013, di cui Nicolas Maduro è l'erede). Circa il 70% dei venezuelani è contrario alla Costituente, secondo l'istituto di sondaggi Datanalisis. Le principali federazioni sindacali sostengono la mobilitazione lanciata dall'opposizione. "Questo sciopero va oltre le rivendicazioni sindacali. E' uno sciopero storico che cerca di fermare la tirannia", ha detto la sindacalista Marcela Maspero.
Contemporaneamente aumenta la pressione internazionale su Caracas. Washington ha minacciato sanzioni contro il presidente Maduro e diversi governi latinoamericani ed europei hanno chiesto a Maduro di abbandonare il suo progetto di assemblea costituente. Ma il leader chavista, il cui mandato si conclude a gennaio 2019, ha ribadito la sua determinazione, chiamando l'opposizione a "rispettare il diritto del popolo a votare liberamente" e "senza violenza". "Il popolo non accetterà minacce, la gente darà uno schiaffo a questa destra minacciosa, violenta, fascista" e "all'imperialismo", ha detto Maduro durante la sua trasmissione settimanale sul canale televisivo pubblico VTV. In un altro intervento, più leggero, Maduro ha presentato un remix del brano "Despacito", un successo mondiale, per promuovere l'elezione dell'Assemblea costituente.
Il presidente venezuelano ha accusato ancora una volta gli Stati Uniti di essere dietro la crisi venezuelana. "Dall'esterno, la destra imperialista crede di potere dare ordini in Venezuela, ma qui l'unico che dà ordini, è il popolo", ha detto Maduro.
L'opposizione, che controlla il parlamento dopo le elezioni legislative del dicembre 2015, non riconosce la legittimità della Corte Suprema di Giustizia in carica, poiché ritiene che i suoi 33 membri siano stati eletti in modo scorretto nel 2015 da parte dell'ex maggioranza chavista. L'opposizione ha quindi eletto 33 giudici per costituire un organismo supremo parallelo. Uno dei giudici della Corte Suprema parallela, Angel Aponte Zerpa, è stato arrestato sabato dal servizio di intelligence del Venezuela.
Da ormai quattro mesi l'opposizione organizza proteste quasi quotidiane contro Maduro. Dall'inizio di questa ondata di proteste, 103 persone sono state uccise e migliaia sono state ferite, centinaia gli arresti effettuati.
(fonte afp)
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