GUERCINO
Sfiorare il cielo con lo sguardo
«Finalmente il Moranzone per la fama, che ogni giorno il nome di lui accresceva, fu chiamato a dipingere la cupola del Duomo della città di Piacenza». Il varesino Pier Francesco Mazzucchelli (originario di Morazzone, da cui il soprannome) riuscì a dipingere solo due degli otto spicchi della cupola della cattedrale emiliana prima di morire, nel gennaio 1626. Così i canonici recuperarono dagli eredi 1450 lire imperiali anticipate al frescante lombardo, e affidarono l’incarico a un artista originario di Cento, Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino per via dello strabismo che lo aveva colpito dall’infanzia.
All’epoca Guercino aveva trentacinque anni ed era al culmine della fama, reduce da una prestigiosa attività nella Roma di Gregorio XV e a capo di una moderna bottega capace di rispondere alle richieste provenienti dalle principali città della penisola e dalle capitali europee.
A Piacenza il maestro completò le vele e le lunette con episodi dell’infanzia di Gesù e Sibille, mentre affidò ad aiuti il fregio del tamburo con putti e allegorie. I suoi affreschi completavano così il ricco programma iconografico finanziato dal vescovo Giovanni Linati e iniziato una quindicina d’anni prima nel presbiterio e nell’abside dal bolognese Ludovico Carracci e dal lombardo Camillo Procaccini.
In occasione dei 390 anni dalla realizzazione dell’opera è possibile salire alla cupola e ammirarne da vicino gli affreschi, ancora più godibili grazie alla nuova illuminazione progettata da Davide Groppi. Attraverso le scale medievali ricavate nello spessore della muratura e percorrendo il sottotetto del matroneo e del transetto, si arriva al tiburio. Lo sguardo spazia tra terra e cielo, dalle nubi su cui poggiano i profeti di Morazzone e Guercino giù fino al presbiterio.
Una guida al percorso, insieme ad approfondimenti sulla figura dell’artista, si trova nel catalogo (Skira editore); inoltre una sala multimediale presenta modo innovativo il capolavoro di Guercino: attraverso particolari visori 3D si ha la sensazione di trovarsi sui ponteggi accanto al maestro.
Contemporaneamente la Cappella ducale di Palazzo Farnese ospita una ventina di lavori dell’artista, pale d’altare e quadri da stanza, che ne disegnano il percorso dalla formazione a Cento fino ai soggiorni a Bologna e Roma. Curata da Daniele Benati e Antonella Gigli, l’esposizione intende presentare la parabola di «Guercino tra sacro e profano», dal giovanile «Sposalizio mistico di Santa Caterina», con i colori stesi direttamente sulla tavola, alla matura «Morte di Cleopatra» (da Genova) che dimostra la grande attenzione dell’artista per il dato naturale.
«Guercino a Piacenza» - Piacenza, Cattedrale e Palazzo Farnese, fino al 4 giugno da martedì a domenica ore 10-19, sabato 10-23, 0523.492386.
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