SANT’ANTONIO
Sfuma il falò di... Suspiria
Proposto per la pira l’uso dei pali utilizzati nel set del film girato al Campo dei Fiori, ma i Monelli optano per bancali e cassette. Fervono i preparativi: tanta carne, niente pesitt
Per il sindaco Davide Galimberti sarà la prima volta da accensore. Ma non da spettatore: «Credo di non aver mai perso un solo appuntamento di questa festa speciale». Scatta il conto alla rovescia per la tradizione del falò in piazza della Motta, evento clou della sagra di Sant’Antonio. È in programma lunedì sera, alle 21, e vedrà la presenza delle autorità cittadine. La pira in fiamme sarà preceduta, durante la giornata, dalla messa con benedizione delle candele, ore 10.30 nella chiesa della Motta, che verrà riaperta poi alle 18. Ci saranno, come sempre, le bancarelle e soprattutto lo stand gastronomico dei Monelli della Motta, organizzatori della due giorni di festa, in cima alla piazza, accanto alla chiesa. Non si annunciano grandi novità rispetto alle ultime edizioni. Qualche curiosità sì. La prima: non verranno serviti i pesitt, pesciolini fritti, che per anni sono stati un “segno distintivo” del menù dei Monelli. I tempi però sono cambiati: questa specie ittica da frittura non è più così facile da reperire ed inoltre costa molto. Sarebbe fuori dalla portata popolare delle delizie cucinate dai Monelli. E dunque, per il terzo anno di fila, Sant’Antonio non “moltiplicherà” i pesitt. Tutto il resto sì, a partire dai panini con salamella. Le scorte di carne ammontano a diversi quintali. L’altra curiosità riguarda la catasta di legna da bruciare. Un tempo si faceva una raccolta di vecchi mobili e arredi da rogo, ora si punta di più, anche per una ragione di sicurezza, su bancali e cassette. Eppure, quest’anno la pira avrebbe potuto essere... cinematografica. Effetti speciali? No, legna d’autore. Ai Monelli della Motta sono stati infatti proposti i pali in legno che sono serviti per l’allestimento della scenografia del film Suspiria, girato al Campo dei Fiori. Ma l’operazione è sfumata. Sì, perché i volontari avrebbero dovuto andare in cima alla montagna, segare sul posto la legna e quindi trasportarla in piazza della Motta. Un po’ complesso visti i tempi stretti. Saranno quindi ancora i bancali e le cassette la parte predominante della catasta. Lunedì sera dunque il falò; martedì le cinque messe e la tradizionale benedizione degli animali e dei pani sul sagrato della Motta, con successivo lancio dei palloncini. La festa di Sant’Antonio, come ricorda il presidente dei Monelli, Giuseppe Redaelli, nell’opuscolo di presentazione, ha riscontri documentali che risalgono al 1619. È chiaro che il falò resta l’appuntamento più atteso, quello che raduna - freddo o non freddo - almeno cinquemila persone. E al quale è associato un rito: quello dei bigliettini con desideri gettati tra le fiamme. Tra i sospiri. Che avrebbero potuto essere... suspiria.
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