L’INTERVISTA
Silenzio, parla il coach
La versione Moretti sulla stagione altalenante di Varese: «Scelte estive azzardate, ora il nucleo è solido. Chiedo fiducia»
Dopo otto mesi di gestazione, Paolo Moretti ha finalmente messo a punto la sua Openjobmetis ideale. Il coach toscano - che giovedì 21 aprile sarà tra i protagonisti nel convegno “Educazione allo sport, gli atleti adolescenti nell’era dei social media” in programma alle ore 19 ai Molini Marzoli di Busto Arsizio - è riuscito a instillare alla squadra quell’identità marcata che aveva indicato come necessità sin dalla presentazione del giugno 2015.
«Siamo diventati una squadra e i risultati ne sono la diretta conseguenza: il gruppo si aiuta in difesa e si passa la palla in attacco, i singoli sono convinti di quel che stanno facendo e non si demoralizzano dopo un errore. Il peccato originale sta nelle scelte azzardate del mercato estivo, poi purtroppo gli infortuni di Wayns e Galloway ci hanno imposto di non prendere decisioni definitive nel reparto esterni. La grande colpa è avere atteso da metà dicembre a fine gennaio in attesa del giocatore giusto; da quel lungo periodo di incubazione è uscito un nucleo solido che si è ulteriormente compattato dopo il caso Faye».
A dare la svolta è stata la decisione di puntare su Kangur e Wright, giocatori che hanno portato quella cultura del lavoro cara al Moretti: «La scelta veramente azzeccata è stata quella di puntare su giocatori che non portassero solo il loro talento, ma fossero in grado di dare qualcosa al gruppo. Lo dimostra il fatto che gli attori principali sono diversi da una partita all’altra, e sono svanite quelle invidie e quelle superficialità che rovinavano la chimica del gruppo. Il segreto è stato resistere nel momento più difficile, e va dato merito alla società che ci ha dato la forza di tenere botta così tanto e così a lungo. L’atteggiamento e il comportamento di dirigenti, consorziati e semplici dipendenti del club ci ha dato serenità a dispetto di quel che accadeva all’esterno».
Ora Moretti guarda avanti verso il rush finale playoff e le Final Four di Chalon con la sicurezza di chi sa di poter contare su un gruppo rodato: «Per quel che è stato il percorso, essere ancora in corsa su due fronti ci riempie d’orgoglio: manca troppo poco per fare calcoli, dobbiamo solo spingere il gas a manetta e giocarci fino alla fine le chance che ci siamo guadagnati. L’annata è stata complessa ma se siamo arrivati qui il saldo è quantomeno in pareggio: non scappando dalle responsabilità e dagli errori evidenti dell’estate, si è fatto un buon lavoro per creare una squadra che gioca bene e ha un nucleo solido da cui ripartire».
E Moretti parla anche di futuro - suo e della squadra attuale - pur con la volontà di affrontare ogni discorso appena si fermerà l’ultima palla della stagione in corso: «Il primo passo sarà sedersi con la società e chiarire alcuni punti per non commettere gli stessi errori della scorsa estate. Ma nelle intenzioni di tutti si vuol ripartire da un nucleo di giocatori, spiegando quale sarà il ruolo di chi vorrà sposare il progetto e dovrà aver ben chiaro che fa parte di un gruppo, fidandosi delle scelte mie e della società».
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