IL CASO
S’inventa la truffa del restauro, scoperto e perdonato
Rimasto senza lavoro, cerca di spillar soldi in favore della chiesetta dell’ospedale. Negoziante lo riprende e il cappellano lo riconosce. «Va aiutato, non denunciato»
Chiedeva un’offerta per il restauro della cappella dell’ospedale. Ma nessuno lo aveva incaricato di raccogliere fondi: l’eventuale ricavato se lo sarebbe tenuto per sé. A inventarsi la pietosa bugia è stato un uomo di mezza età, residente nel quartiere di San Giuseppe, finito in disgrazia dal punto di vista economico. Per raccattare un po’ di denaro, l’indigente ha escogitato una vera e propria truffa: chiedere denaro per una fittizia buona causa e intascarsi l’importo una volta raggirata la vittima.
A scoprire l’imbroglio è stata una commerciante, attiva in un negozio nella zona della caserma dei carabinieri (ironia della sorte). L’uomo è entrato nel punto vendita, chiedendo ai proprietari un’offerta per il restauro della cappella dell’ospedale, millantando di essere stato incaricato da don Peppino Colombo (il cappellano della struttura sanitaria) e da suor Maria Carla. Per provare a rendere più credibile la messinscena, ha anche regalato ai commercianti un santino natalizio, prelevato in chiesa.
Peccato che alla proprietaria del negozio il racconto non sia risultato affatto convincente, al punto da contattare lo stesso don Peppino per chiedere delucidazioni. E infatti il sacerdote, ignaro di tutto, ha confermato alla donna di non aver mai assegnato a chicchessia il compito di raccogliere denaro per presunti restauri.
Ma al sedicente incaricato dalla parrocchia è andata male due volte: il negozio in cui è entrato è infatti dotato di un circuito di telecamere. Il video è stato mostrato allo stesso sacerdote che ha facilmente riconosciuto l’uomo: si tratta appunto di un parrocchiano che, dopo aver perso il lavoro, si è trovato a dover fronteggiare una serie di gravissime difficoltà economiche. Da qui l’idea, sbagliata e disperata, di inventarsi l’espediente della beneficenza per la cappella dell’ospedale. Il prete avrebbe comunque manifestato l’intenzione di non sporgere denuncia ma - proprio in considerazione del durissimo momento che sta attraversando l’autore della messinscena - l’idea è quella di parlare con la persona facendogli capire che i problemi economici non si risolvono provando a truffare i commercianti.
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