Terremoti
Sisma, Curcio: almeno 3-4 mld da Fondo UE, priorità chiudere tende
"I danni sono cospicui, cifra orientativa ma in difetto"
Roma, 23 set. (askanews) - "Stiamo lavoranto all'attivazione del Fondo di solidarietà europeo" per le aree del centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto: "E' un lavoro importante che ci consentirà di accedere a delle risorse che saranno non meno di 3-4 miliardi, ma è una cifra assolutamente orientativa". Lo ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 24 agosto.
"I danni che vediamo sono cospicui, ma paragonati con gli altri sismi non andremo lontano da queste cifre, anzi sono in difetto. Ma questo lo vedremo", ha spiegato.
Curcio ha chiarito che "sta continuando l'attività di assitenza, il soccorso tecnico urgente è terminato: oggi abbiamo circa mila assistiti, di cui 2mila circa ancora in tenda. La nostra priorità è ora chiudere le tendopoli. E' un percorso continuo, dobbiamo parlare con le persone, tramite i sindaci e i presidenti delle Regioni: auspichiamo che" la chiusura delle tendopoli avvenga "il prima possibile, ma la data è in costruzione. Nelle ultime emergenze le persone sono state in tenda per 5 mesi. Noi dobbiamo ragionare con persone che ad un mese dall'evento hanno grosse difficoltà ad entrare nelle loro case agibili. Comunque in questo fine settimana ci sarà una riduzione importante e c'è la convinzione di molti di lasciare le aree tendate".
Curcio ha riferito che sono stati effettuati "650 sopralluoghi sulle scuole, c'è uno sforzo corale molto importante", e che "abbiamo predisposto le azioni per settori, nominato soggetti attuatori per i Beni culturali, stiamo lavorando sulle macerie, attività tecniche che sfuggono perchè non si vede subito il risultato. Nell'ultima ordinanza, d'accordo con sindaci e governatori, abbiamo dato avvio alle 'casette' e definito il tempo di 7 mesi, un tempo massimo, per costruzione, acquisizione di aree e parte amministrativa. Non è un problema di definire le aree - ha concluso il capo della Protezione civile - ma di fabbisogni rispetto ad anagrafi comunali che oggi non esistono".
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