L'INTERVISTA
"Sogno una Varese a Cinque Stelle"
L'architetto Aberto Steidl è il candidato sindaco dei grillini: alla Prealpina racconta come vuole riportare la Città Giardino ai fasti di un tempo
Nel Varesotto per ora, alle elezioni di ogni livello, si sono registrati risultati più bassi rispetto al resto d’Italia. Ecco perché i pentastellati sono partiti in netto anticipo sugli altri: il candidato sindaco Alberto Steidl è già stato ufficializzato da tre mesi, mentre trenta giorni fa è stato lanciato il bando per cercare gli assessori. Non solo: si profila una campagna elettorale con l’arrivo dei big: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista su tutti.
Di certo vi è che l’architetto con studio in viale Borri si è buttato a testa bassa nel tentativo di andare almeno al ballottaggio: «I riscontri sono positivi – dice Steidl – perché ci stiamo proponendo alla città in maniera nuova e con idee innovative.
Siamo nati come un movimento di protesta, ma ora siamo cresciuti, passando alla proposta». Esempi: «Il reddito di cittadinanza locale, la voglia di trasparenza e onestà in municipio, il quartiere varesino con 200 alloggi completamente ecosostenibili in cui le giovani coppie che vi alloggeranno pagheranno un canone calmierato e, grazie agli impianti speciali, non avranno spese delle bollette».
D’altronde Steidl vive in una casa a cinque stelle dal 2006, quando Grillo era ancora un attore e non un leader politico da 25 per cento su scala nazionale: «In casa abbiamo tre pompe di calore con cui risparmiamo sulla bolletta e a settembre installeremo un impianto di pannelli fotovoltaici da 20 kilowatt: sarà la casa più eco-sostenibile di Lombardia». Una sfida riuscita.
Più complicata l’avventura politica: «Purtroppo la gente – aggiunge l’architetto di 57 anni – fatica a distinguerci dai politici tradizionali. Per alcuni di loro, siamo tutti uguali e temono che votando M5S possano sbagliare ancora una volta. Per questo si astengono. Dobbiamo far capire, ed è difficile, che dandoci fiducia voterebbero dei cittadini come loro e non gli apparati della Lega Nord e del Partito democratico».
Sul fronte delle opposizioni, finora non è decollata nemmeno una possibile alleanza con un’altra forza di protesta emersa negli ultimi mesi in città, il comitato Varese 2.0, verso cui Steidl tiene la porta aperta: «Non li abbiamo chiamati perché noi li chiamiamo con le nostre proposte e idee. Se le condividono, ci contattino. Noi siamo qua e non abbiamo preclusioni». Poi un commento sull’operazione Varese Calcio: «E’ l’ennesimo tentativo della politica di intromettersi nelle questioni che dovrebbero essere il più trasparenti e lontane dalla politica, come lo sport.
Si tratta di un comportamento che mi dà la nausea, come sta avvenendo a Roma col governo Renzi e la Rai. Dicono una cosa e ne fanno un’altra». Eppure il risultato è che il Varese Calcio è stato salvato: «Vedremo come finirà – ribatte Steidl –. Per me il calcio si salva coi giocatori e andando in Serie A. Per ora sarà salvo fintanto che lo deciderà la politica: ecco perché si tratta di una realtà che, a mio parere, dovrebbe camminare con le sue gambe».
© Riproduzione Riservata