L'AGGRESSIONE
"Sono dell'Isis. Dammi l'anello"
Dal tentativo di truffa alla minaccia in via Anna Frank: donna, terrorizzata, si rifugia in chiesa
Si sono spacciati per seguaci dell’Isis e l’hanno minacciata, tentando di portarle via l’anello di brillanti che aveva al dito.
Brutta avventura e tanto spavento, la mattina di domenica 23 agosto, per una donna che risiede in via Anna Frank e che, come suo solito, si stava recando a messa nella vicina chiesa dei Santi Magi. Ad avvicinarla mentre si dirigeva verso la scorciatoia che attraversa i giardinetti e immette su via Fabio Filzi, sono state quattro persone (due uomini e due donne) a bordo di una macchina straniera di colore chiaro: «Era vecchia - racconta la donna - e con la carrozzeria ammaccata in più punti. Non so dire che modello fosse, perché di macchine non me ne intendo, ma saprei riconoscere le quattro persone che si trovavano a bordo. I due uomini sui sedili anteriori erano entrambi robusti e sui 35 anni, mentre dietro sedevano due donne molto più giovani».
«Quello che era al posto di guida - prosegue la donna - mi si è accostato mentre camminavo, ha abbassato il finestrino e mi ha allungato un anello, dicendo che dovevo prenderlo in nome di Allah, e in cambio dovevo dargli quello che avevo sull’anulare della mano destra. Mi sono rifiutata, anche perché il mio è un anello prezioso in tutti i sensi, anche affettivo, visto che è un’eredità di famiglia».
Il rifiuto della donna non ha minimamente scoraggiato il truffatore, che ha continuato a seguirla, insistendo affinché accettasse lo scambio in nome di Allah e di Maometto: «Si vedeva chiaramente che si trattava di un anello di ferro - prosegue la donna - e mentre gli intimavo di andarsene, cercando nel frattempo di allungare il passo nella speranza d’incontrare altre persone, lui si è indispettito e ha cominciato a minacciarmi in tono più serio, dicendomi di essere dell’Isis. A quel punto mi è montata la paura, ma dopo, a mente fredda, ho capito che era solo un tentativo di spaventarmi. Fatto sta che, confortata anche dalla presenza di altre persone che erano sopraggiunte nel frattempo, ho avuto la forza di mettermi a urlare e questo è bastato per mandarli via. Non so neanche quale direzione abbiano preso, perché non capivo più niente».
Una volta arrivata in chiesa, la donna è stata confortata sia dal sacerdote, sia da alcuni fedeli. Quello di domenica non è il primo tentativo di truffa che avviene nella zona dei giardinetti di via Anna Frank: già alcuni mesi fa una ragazza, che era scesa dalla macchina per prestare soccorso a un uomo sdraiato a terra che simulava di star male, aveva rischiato di essere accoltellata e derubata dei gioielli che aveva al collo. Anche in quel caso era stato provvidenziale il sopraggiungere improvviso di altre persone.
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