CRONACA
Spara al cinghiale, ma colpisce e uccide l'amico
Tragedia durante una battuta di caccia al cinghiale all'Alpe Pala, nei boschi sopra Miazzina: la vittima dell'incidente di caccia è Angelo Francioli, 55 anni, fabbro di Verbania
Si chiamava Angelo Francioli, fabbro di 55 anni, di Verbania la vittima della tragedia della caccia avvenuta mercoledì 7 ottobre all’Alpe Pala, nei boschi sopra Miazzina. L’uomo era partito con altri tre amici, tutti verbanesi, per una battuta di caccia. Intorno alle 15 è avvenuta la tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, i quattro stavano mirando con il fucile allo stesso cinghiale. Uno dei quattro, un verbanese sulla trentina, avrebbe a quel punto fatto partire un colpo. In una frazione di secondo, l’animale si è però spostato e il proiettile ha colpito Francioli, colpendolo sotto l’ascella. Il cinquantacinquenne è morto sul colpo. Gli amici sono corsi al parcheggio più vicino, a più di un chilometro, dal momento che i cellulari nel bosco non hanno campo, e hanno chiesto aiuto. Subito sul posto sono arrivati i Carabinieri con i Vigili del Fuoco del Comando provinciale e l’elicottero del 118. Il medico a bordo non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto anche il medico legale.
Gli amici hanno sperato fino all’ultimo, distrutti dal dolore hanno atteso al parcheggio dell’Alpe Pala sperando in buone notizie. Quando hanno visto l’elicottero del 118 allontanarsi senza aver portato via l’amico, però, hanno capito che il peggio è accaduto. La salma è stata poi recuperata dall’elicottero dei Vigili del Fuoco e poi trasportata all’ospedale Castelli di Verbania in attesa dell’autopsia. Il giovane che avrebbe sparato il colpo che ha ucciso Francioli è stato ascoltato in serata a lungo dal sostituto procuratore Nicola Mezzina. I Carabinieri lo hanno accompagnato sotto choc nella sede del Comando provinciale. Rischia la denuncia per omicidio colposo.
L’esatta dinamica dell’accaduto è però ancora da chiarire e solo nelle prossime ore sarà definito meglio come è morto Francioli. Sul luogo della tragedia, immerso nei boschi e nei pressi di un gruppo di baite, i militari della sezione scientifica hanno lavorato a lungo per i rilievi. Il proiettile che ha ucciso Francioli non gli ha lasciato scampo: si tratta di grosse munizioni che vengono utilizzate appositamente per la caccia al cinghiale. Il foro era di grandi dimensioni. Il mondo della caccia è in lutto, tanti i commenti di dolore sono apparsi sui social network non appena la notizia si è diffusa.
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