IL CASO
Stalker con l’app. Incastrato
Ossessionava l’ex moglie con pedinamenti informatici: denunciato
Come può sentirsi una donna che apre whatsapp e trova un selfie dell’ex marito fresco di scatto, sulla balaustra di un ponte, pronto a gettarsi nel vuoto, con la didascalia che annuncia l’imminente suicidio?
Dall’angoscia ai sensi di colpa, dall’istinto di proteggerlo alla rabbia per il subdolo ricatto.
Un turbinio di sensazioni orribili, ma che in realtà sono solo la ciliegina di una torta fatta di appostamenti, pedinamenti, vittimismi esasperanti, assilli e controlli soffocanti.
È l’ennesima storia di stalking di cui si sono dovuti occupare i carabinieri e il pubblico ministero Francesca Gentilini: il caso però è stato subito passato al pool informatico della distrettuale di Milano perché i reati contestati all’ex marito sono molto più complessi. Si parla innanzitutto di una coppia colta, di censo medio alto, evoluta dal punto di vista tecnologica.
L’indagato infatti era riuscito a monitorare ogni spostamento della donna (dalla quale ha avuto una bimba) utilizzando sofisticati stratagemmi informatici. Oltre ad averle “crackato” ogni codice di smartphone e device vari, le aveva piazzato una sorta di gps in macchina per geolocalizzarla in ogni momento e incrociare le versioni che lei dava della sua vita ai riscontri spazio temporali che poteva facilmente avere.
Le aveva installato nel cellulare un registratore vocale che automaticamente inviava ogni conversazione telefonica alla sua utenza.
Accedere alla posta elettronica della quarantaseienne libera professionista era poi un gioco da bambini, spiare i social network e le chat una cosa di una banalità imbarazzante. Quindi ogni passo che la donna faceva, ogni parola pronunciata, ogni frase scritta le veniva rinfacciata, chiedendogliene conto.
Oltretutto, l’uomo si era impossessato delle chiavi di scorta dell’appartamento della ex e quindi faceva ispezioni di ogni tipo approfittando di ogni sua assenza, di cui lui era perfettamente a conoscenza, visto che l’aveva resa una sorvegliata speciale.
Un incubo durato da febbraio fino a novembre, quando la vittima si è rivolta ai militari.
L’uomo non ha fatto però i conti con l’altrettanta abilità della libera professionista, una maga delle applicazioni. Per incastrarlo e portare le prove di uno stalking a dir poco maniacale, ha scovato una app che fotografa chiunque digiti il codice per sbloccare il telefonino, incastrandolo al di là di ogni ragionevole dubbio. E ora lui se la vedrà col giudice.
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