LA TESTIMONIANZA
«Sto assistendo alla storia»
Federico Marri, liceale saronnese che studia in Illinois racconta l’altra faccia del voto presidenziale. Svelando una realtà a stelle e strisce diversa da quella dell’immaginario collettivo
«In questo preciso momento, mentre scrivo, Donald Trump ha già raggiunto la soglia dei 259 voti. Ma un buon 70% delle persone non sta votando per il Presidente che vorrebbe».
La sera dell’8 novembre 2016 Federico, brillante studente del Liceo scientifico Grassi di Saronno, ha preso carta e penna e, davanti alla tv insieme alla famiglia statunitense con cui sta vivendo (nell’Illinois), ha fissato un pezzo di storia non solo americana ma del Pianeta alla quale stava assistendo, consapevole dell’unicità della propria opportunità: non molti cittadini europei possono dire di aver vissuto sul suolo e in una casa americana un’elezione presidenziale.
Federico è negli States per trascorrere in una scuola locale la quarta superiore con il Programma scolastico all’estero WEP. Il ragazzo infatti è fra i 260 gli studenti italiani che, tra settembre e gennaio, sono partiti per gli Stati Uniti per frequentare un trimestre, un semestre o un anno scolastico. Attraverso questo programma, infatti, i giovani liceali possono vivere parte della loro carriera scolastica (il 4° anno appunto) in una scuola straniera, ospitati, per tutta la durata del soggiorno, da una famiglia del posto.
Ecco il racconto della diretta elettorale, scritto da Federico.
«Mentre scrivo - racconta Federico -, Donald Trump ha già raggiunto la soglia dei 259 voti elettorali. I democratici iniziano a rendersi conto che quella che due anni fa sembrava una possibilità remotissima potrebbe realmente avverarsi. Per vincere a Trump bastano 11 voti, a Hillary ne servirebbero 61. Il mio host father e il mio secondo fratello fissano lo schermo tifando per Trump, mia madre è un misto tra l’incredulo e il felice. Pare proprio che Trump stia per diventare il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Fino ad oggi, non mi ero reso conto dell’importanza dell’evento che stavo osservando così da vicino. La tendenza nella mia cittadina - ma in generale su tutto il territorio – è che un buon 70% delle persone non sta votando per il Presidente che vorrebbe a capo del Paese, ma contro quello che non vuole. Se fossi un cittadino americano e dovessi scegliere a chi affidare il Governo degli States, prima di presentarmi ai seggi avrei senza dubbio vagliato l’ipotesi di un trasferimento in Canada.
Donald Trump - prosegue Federico - ha spesso fato affermazioni sopra le righe. Riguardo alla Clinton è molto diffusa, soprattutto qui a Carterville l’idea che sia coinvolta nel suicidio di Vince Foster e in altri scandali per i quali non ha subito la pena che le spettava.
A rendere la situazione ancora più complessa c’è il sistema elettorale, che ritengo poco democratico.
In tutto il Sud dell’Illinois Trump spopola ma la capitale, Chicago, che conta 10 milioni di persone dei 13 in tutto lo Stato, storicamente si è sempre schierata sul lato democratico. Il partito di Hillary infatti si è aggiudicato i 20 voti elettorali che lo Stato offre. Con questo sistema elettorale può capitare che la maggioranza del territorio voti un partito che, nonostante questo, non riesca comunque ad aggiudicarsi i grandi elettori assegnati.
Il nostro voto non conta niente - ho sentito dire spesso.
A scuola ai professori non è permesso di esprimersi nemmeno con giudizi obiettivi. A volte ho l’impressione che l’istituzione scolastica in generale sia molto indietro rispetto all’Italia e all’Europa per quanto riguarda l’educazione al libero pensiero e alla costruzione di un’opinione critica.
Il 42% delle persone crede che la Genesi sia una verità assoluta, motivo per cui non è permesso insegnare la teoria evoluzionistica a scuola. Quando penso agli Stati Uniti da cittadino italiano, penso alla Apple, allo sviluppo tecnologico. Invece sto scoprendo che la nostra società, sotto diversi aspetti è molto più progredita di quanto si possa pensare.
Sto scrivendo da un’ora ma nonostante questo mancano ancora una decina di Stati al conteggio. E Trump è sempre in testa».
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