MORTE SUL LAVORO
Strage di Milano, tra le vittime un bustese
Arrigo Barbieri, 57 anni, viveva in città con la moglie e le figlie. In fin di vita il fratello Giancarlo, il primo a gettarsi in suo aiuto
Si è spinta fino a Busto l’eco della tragedia di mercoledì pomeriggio a Milano. Uno dei tre operai uccisi dalle esalazioni tossiche sprigionate dal forno di laminatura all’interno della Lamina, ditta di materiali ferrosi in via Rho, abitava in città con la famiglia. Originario della Brianza, Muggiò per la precisione, Arrigo Barbieri, 57 anni, dopo il matrimonio si era trasferito nel Varesotto e qui abitava con la moglie e le due figlie. Il fratello maggiore Giancarlo, 61 anni, tuttora residente a Muggiò, è vivo, in condizioni critiche, in una stanza d’ospedale. E’ stato il primo a gettarsi nel vascone per soccorrere il fratello e gli altri due colleghi, Marco Santamaria di 43 anni e Giuseppe Setzu, 49. Ricoverati alla clinica Città Studi, e ritenuti fuori pericolo, invece, Alfonso Giocondo di 48 anni e Costantino Giampiero di 45.
Arrigo è morto sul fondo del vascone, stordito dal gas, inutili i soccorsi lanciati dal fratello. I due fratelli lavoravano alla Lamina spa da una vita, come il padre prima di loro. Il più anziano dei due era a un passo dalla pensione, Arrigo era responsabile di produzione. La tragedia si è consumata definitivamente al San Gerardo di Monza, dove la moglie e le figlie dell’uomo si sono precipitate alla notizia del terribile incidente e non hanno potuto far altro che salutare per l’ultima volta l’uomo di casa. Arrigo era cresciuto con la passione per lo sport, dallo sci (era stato buon atleta agonistico) al surf, sulla sua pagina Facebook, accanto alle istantanee con i suoi cari, lo si vede sorridente sulle piste di snowboard come pure impegnato con la sua amata tavola da surf. Ora la sorte ha spento quel sorriso e rischia di cancellare anche quello di Giancarlo, devastando tante famiglie e tante coscienze incredule di fronte all’ennesima, inspiegabile tragedia sul lavoro.
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