REFERENDUM
Stravince il no. Renzi si dimette
Affluenza alta in provincia di Varese per il quesito sulla riforma costituzionale: 73%. I sì non vanno oltre il 40%, il premier annuncia: «Domani al Quirinale, esperienza di governo finita»
Urne affollatissime, per il referendum costituzionale che si trasforma in una sonora bocciatura per il governo Renzi. Alla chiusura dei seggi, alle 23, dopo sedici ore di votazioni, il 69% degli aventi diritto avevano raggiunto i seggi. Ancora di più in provincia di Varese, dove quasi i tre quarti degli elettori hanno espresso il loro voto (73,07%). E si profila, prima attraverso gli exit poll e pochi minuti dopo con i primi risultati “veri”, una netta affermazione del “No”, nell’ordine del 60%, punto percentuale più o meno. Con evidenti riflessi sul futuro politico del Paese, tra richieste di dimissioni al presidente del consiglio e preoccupazioni per la situazione economica.
RENZI SALUTA - Aveva annunciato una conferenza stampa a mezzanotte da Palazzo Chigi. ed è stato di parola. Solo pochi minuti di ritardo, preceduto da un tweet in cui dava appuntamento agli italiani al grido di “viva l’Italia”. Poi è apparso, ha ringraziato tutti coloro che in questi mesi si sono spesi per il “sì”, ai quali ha garantito “voi avete vinto, sono io che ho perso”. Poi l’annuncio, atteso ma non così scontato: «Ho perso e a saltare è la mia poltrona. L’esperienza del governo è finita e nel pomeriggio salgo al Colle per dimettermi».
I COMMENTI VARESINI - Analizzando il voto locale, la Lombardia sembra avere dato un successo meno netto del “no”: a Varese, con 56 sezioni scrutinate su 85, i “riformisti” sono il 47% rispetto a chi ha rifiutato di cambiare la Costituzione. «Non si può scogliere il popolo. Il voto va sempre rispettato. Come ho sempre detto in tutti gli incontri e i dibattiti sul referendum, se avesse vinto il sì non saremmo andati in paradiso e ora che ha vinto il no penso che non torneremo al Medioevo». Il deputato varesino del Pd, Daniele Marantelli, è tra i primi ad analizzare, dopo la mezzanotte, l’esito delle urne e quindi la bocciatura della proposta di riforma della Costituzione. E adesso che succede? «Si apre una fase delicata, di incertezza, c’è da approvare la legge di stabilità entro la fine dell’anno, altrimenti ci troviamo la Trojka e questo non lo vogliono nemmeno i sostenitori del no». Dagli sconfitti ai vincitori. È in casa Lega che si alzano i toni più entusiastici: «Ora gli amministratori locali devono comprendere che i cittadini non vogliono questa riforma che avrebbe azzerato, tra altro le Province». Così Giuseppe Longhin, consigliere di opposizione a Villa Recalcati. E proprio sulla Provincia di Varese ripercuote, Longhin, il peso del no. «È giunto il momento di riprenderci dapprima l’amministrazione provinciale e poi, tramite il referendum regionale, l’autonomia della Lombardia, nell’interesse del territorio». Il segretario provinciale del Carroccio, Matteo Bianchi, si è scatenato già sulla base degli exit-poll, rincarando poi la dose con l’arrivo della prima ondata di seggi scrutinati: «L’arroganza e la supponenza non pagano. Oggi è il “Renzi go home”, godiamoci questo momento. E da martedì mettiamoci al lavoro per costruire il blocco conservatore, autonomista e liberale che dovrà presentarsi alle elezioni politiche». Da Forza Italia, con il consigliere regionale e vice segretario provinciale, Luca Marsico e il componente del direttivo di Varese, Ciro Calemme, un commento stringato ma eloquente: «E adesso massimo rispetto per il risultato del popolo sovrano».
LA GIORNATA
ORE 12 - Quasi un varesino su quattro alle urne nella mattinata di domenica 4. Partenza al rallentatore, ma nemmeno troppo, per il referendum più “politico” che la storia della Repubblica ricordi: il dato preciso per quanto riguarda la Provincia di Varese (fonte Ministero dell’Interno) è del 23,17 alle 12, a cinque ore dall’apertura dei seggi quando ne mancano ancora undici (23).
Spulciando tra i dati del Viminale, se i centri principali fanno registrare un’affluenza di poco superiore alla media (Busto Arsizio 24,29, Varese 23,90, ma Gallarate 21,8), il record positivo si tocca a Galliate Lombardo (31,05%), mentre quello negativo a Cadegliano-Viconago (17,4). In attesa del voto dei “vip” (dal sindaco Davide Galimberti, residente a Varese, al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Lozza), le operazioni elettorali proseguono senza nessun “incidente” di rilievo.
Dopo le 23, subito presidenti di seggio e scrutatori si metteranno al lavoro per scrutinare le schede elettorali e a notte fonda conosceremo l’esito del quesito referendario.
ORE 19 - Referendum costituzionale, l’affluenza è altissima. Effetto dell’enorme connotato politico dato dalle parti politiche alla consultazione, della voglia di cambiamento o di difesa della Costituzione? Lo scopriremo solo a notte fonda, quando l’esito diverrà chiaro. Per ora, comunque, il dato dell’affluenza alle urne è incontroverbile: oltre il 57% a livello nazionale, sei punti in più, il 63,6, in provincia di Varese. Punta massima quella registrata a Galliate Lombardo (74%), la più bassa a Cadegliano-Viconago (53).
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