IRESA
«Subito la tassa, ma biglietti bloccati»
Il consigliere regionale Marsico: apriamo un confronto per non penalizzare i viaggiatori
«Introduciamola subito, a patto che non vada a pesare sulle tasche dei viaggiatori». Con una frase il consigliere regionale Luca Marsico (Forza Italia) chiarisce la posizione della Regione in merito all’Iresa, la tanto vituperata Imposta Regionale Emissioni Sonore Aeromobile. Lo fa riallacciandosi alle parole del sottosegretario Ugo Parolo in risposta a una mozione (la 883) presentata nei mesi scorsi dalla consigliera di Sinistra Italiana Chiara Cremonesi. «Regione Lombardia con legge n.5 del 31 luglio 2013 – si legge nella sua replica – ha sospeso l’applicazione dell’imposta stessa perché sono emerse forti perplessità in relazione all’effetto distorsivo sul mercato». In poche parole quello che le compagnie aeree dovrebbero versare alla Regione sarebbe ricavato da un aumento delle tariffe a carico dei viaggiatori. Biglietti più cari, quindi, e rischio di ulteriore aggravio per le tasche dei contribuenti.
Le mani nelle tasche
Chiarisce Marsico: «Da ex sindaco sono totalmente solidale con i rappresentanti del territorio ma bisogna trovare un meccanismo che consenta a questa imposta di non diventare un ulteriore balzello su chi utilizza il trasporto aereo». Insomma, «si rischia di mettere le mani nelle tasche di chi viaggia», tanto più in un quadro generale in cui esiste un accordo tra le compagnie e gli enti gestori sulla cosiddetta «invarianza dei costi», cioè sulla non introduzione di nuovi aggravi per mantenere stabili le tariffe. Un bel guaio.
Ma Marsico vuole mantenersi ottimista: «Se riusciamo a trovare un punto d’incontro, io sarei pronto a chiedere domani l’introduzione dell’Iresa», anche perché ormai il Piemonte ha rotto gli indugi, dopo Campania e Lazio. Dal primo gennaio prevede l’applicazione della tassa sul rumore per un ammontare teorico di alcuni milioni di euro. Ossigeno che servirebbe parecchio anche ai Comuni di Malpensa, così come calcolò l’ex sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo.
La voracità dello Stato
Di fronte alla possibilità di incassare così importanti risorse può essere convincente la risposta di Marsico? Difficile che i rappresentanti locali si accontentino di questa spiegazione. Non è un caso che proprio loro sollevarono il caso nel 2014 facendo appello ai consiglieri regionali della IV commissione e, successivamente, con la consegna di un dossier da parte dei sindaci (ora vice) Mauro Cerutti di Ferno e Claudio Montagnoli di Arsago Seprio. Ma c’è un altro motivo che fa essere perplessi sulla tassa sul rumore, ed è la reale distribuzione sul territorio. La voracità dello Stato centrale, infatti, potrebbe entrare in gioco appena sente profumo di milioni. Lo dice esplicitamente Parolo nella sua risposta alla mozione della sinistra: «Tale imposizione, per il 90 per cento, non andrebbe a favore del territorio, ma dello Stato centrale che, probabilmente, nella fiscalità generale, non la destinerebbe alle finalità di cui trattasi, che – lo ribadisco – sono assolutamente condivisibili».
Alla faccia dell’autonomia
Sull’Iresa potrebbe verificarsi – secondo la Regione – un meccanismo di federalismo alla rovescia con l’unico risultato di ritrovare i viaggiatori appesantiti da un nuovo balzello sui biglietti e i soldi incamerati non lasciati sul territorio, come purtroppo già accade in altri casi. «Nella mia lunga esperienza politico-amministrativa – soggiungeva Parolo rispondendo a Cremonesi – ho avuto la fortuna di assistere in prima persona alla nascita di quest’imposta in Parlamento; ricordo benissimo la grande battaglia che all’epoca fu condotta da una parlamentare della Lega Nord, Giovanna Bianchi Clerici (gallaratese, ndr), per chiederne l’istituzione. Mi rendo conto che oggi possa sembrare paradossale che proprio un’amministrazione regionale della Lega Nord chieda di non approvare questa mozione (e di non introdurre l’Iresa, ndr) ma allora l’intendimento dell’onorevole Bianchi era di far restare effettivamente ed esclusivamente a disposizione del territorio la tassa. In realtà il governo di allora approfittò di queste istanze per incamerare soldi». Cosa che, probabilmente, farebbe anche oggi. A meno che la fiducia di Marsico si trasformi nell’apertura di un tavolo vero di confronto. Non per parlare e basta ma per trovare il modo di applicare una tassa dovuta, senza aumentare il peso a carico dei contribuenti. Piaccia o non piaccia alle compagnie aeree.
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