L’INIZIATIVA
Tappeto rosso al ventimilionesimo passeggero
Arriverà fra domani e giovedì 23 novembre: non accadeva dal 2007
Lui ancora non lo sa, ma Malpensa è pronto ad accoglierlo con una grande festa. Tra mercoledì pomeriggio e giovedì mattina transiterà infatti dall’aeroporto il ventimilionesimo passeggero.
Sea lo ha già individuato e lo celebrerà come si deve, perché quel due nella casella delle decine mancava da esattamente dieci anni.
Era dal 2007, l’anno del dehubbing di Alitalia, che l’aeroporto della brughiera non superava i 20 milioni di passeggeri. Ma non solo. Il più grande investimento degli ultimi trent’anni nel Nord Italia sembrava destinato a un lento e irreversibile declino.
La concorrenza di Linate, la visione romanocentrica della politica, ma soprattutto la mancanza di un progetto strategico per ripensare l’aeroporto dopo la fuga della ex compagnia di bandiera, portarono Malpensa a un metro dal baratro.
Se ne andò Alitalia, la seguirono a ruota Air France e Klm, e con l’addio di Air One i corridoi dell’area Schengen diventarono il deserto dei Tartari.
Se Malpensa non capitolò fu merito soltanto di easyJet, la low cost britannica che monopolizzando il Terminal 2 tenne la brughiera collegata al resto d’Europa.
Tre anni fa, però, qualcosa cambiò. Oggi Malpensa cresce ininterrottamente da 29 mesi, quest’anno addirittura con percentuali da record, circa il 15 per cento, con 2,5 milioni di passeggeri in più sullo stesso periodo del 2016.
Lo storico sbarco di Ryanair, risalente a dicembre 2015, è soltanto uno dei motivi. Il Terminal 1 da ex hub senza più una vocazione definitiva è diventato infatti un grosso contenitore che fa convivere le grandi compagnie intercontinentali con le low cost. Emirates con Ryanair giusto per capirsi. Non succede ovunque, tutt’altro.
E proprio ora che le compagnie a basso costo stanno cominciando a interagire con i grandi player internazionali per garantire il necessario feederaggio ai voli di lungo raggio, Malpensa appare addirittura nelle condizioni ottimali per poter offrire al mercato una risposta immediata alle esigenze che stanno emergendo.
Non a caso Sea ha deciso di intitolare il Piano industriale 2016-’21 “Dalla emergenza alla eccellenza”. Perché superato definitivamente il dehubbing, chiusa la vertenza della Commissione europea su Sea Handling e trovato, forse, un equilibrio tra Linate e Malpensa che sta consentendo a entrambi gli scali milanesi di aumentare il numero di passeggeri, ora è arrivato il momento di ragionare sul futuro di medio termine non pensando a come fare per far crescere il traffico a Malpensa, bensì a come volerlo far crescere.
«Oggi la sfida non è più quella di evitare il declino, di affrontare le emergenze, ma è quella dell’eccellenza, in termini di capacità competitiva, qualità della gestione e di valore creato».
Malpensa, nel 2007, perse dalla sera alla mattina 7,5 milioni di passeggeri coi transiti garantiti da Alitalia, passando da 24 a 17 milioni di passeggeri.
Dieci anni dopo torna a quota venti milioni, ma domani è solo il 22 novembre, perciò manca ancora più di un mese alla fine dell’anno e, oltretutto, negli ultimi dieci giorni di dicembre i corridoi dei due terminal straboccheranno di turisti e viaggiatori. Ciò significa che, stando a stime approssimative, il 31 dicembre Malpensa sfiorerà i 22 milioni di passeggeri. Erano 19.420.690 soltanto il 31 dicembre del 2016.
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