IL PROGETTO
Tassa di soggiorno, fumata grigia
Tavolo fra Comune e associazioni. Il sindaco: «Dieci giorni di ascolto e studio»
Un suggerimento all’amministrazione arrivato dalla Confesercenti per reperire nuovi fondi proprio a sostegno dell’attrattività del territorio, ma visto come il fumo negli occhi da albergatori, B&B e commercianti.
Tutti convocati ieri mattina, venerdì 29 settembre, a Palazzo Estense al tavolo di lavoro sul tema: insomma, si è aperta la discussione ma non c’è una proposta unitaria e il sindaco Davide Galimberti si è messo in una posizione di studio e ascolto (la proposta non è mai stata nel programma di governo, né è una priorità per la giunta di centrosinistra, ma si è deciso di aprire le porte per discuterne).
«Abbiamo dato appuntamento fra una decina di giorni - ribadisce il primo cittadino dopo la riunione che ha visto riuniti Confesercenti, Federalberghi Varese, Uniascom e l’associazione Bed&Breakfast -. Dobbiamo approfondire la questione, studiarla meglio, capire quali possano essere gli effetti in termini di risorse per sviluppare azioni concrete sul turismo. La riunione è stata convocata proprio per ascoltare la proposta».
Parole caute, di attesa, su un’idea lanciata e difesa dalla Confesercenti, a patto di non disperdere quei fondi per usi diversi, concretizzandoli invece solo per il rilancio turistico. E non, per intenderci, per ripianare le casse comunali o coprire le buche nelle strade.
«Noi pensiamo sia uno strumento utile per incrementare il settore - aggiunge il direttore territoriale Rosita De Fino -. Ci vuole coraggio, si tratterebbe di una scelta nuova, ma tutti insieme possiamo trovare una soluzione: certo, bisogna anche assicurare che i costi siano condivisi e non ricadano del tutto sulle spalle degli albergatori».
Questa è la maggior preoccupazione degli operatori della ricettività, insieme alla difficoltà di gestione: B&B e Federalberghi non hanno mai nascosto la loro netta contrarietà.
Anche il direttore di Ascom Varese, Roberto Quamori Tanzi, sottolinea la negatività di un provvedimento «di fiscalità locale in una città già oggi caricata più di altre dalla tassazione. Si parla di un aggravio dell’1%? Andrebbe comunque a sommarsi a un 55-60% che le imprese già pagano. Il nostro timore, poi, è che questo balzello vada a caricarsi interamente sugli albergatori, un po’ come è successo per l’aumento dell’Iva. In un mercato difficile come quello attuale, il commerciante non ha la possibilità di alzare i prezzi e quindi, invece di far pagare al turista, finisce sempre con il sobbarcarsi i costi aggiuntivi. Quanto ci costerebbe questa operazione? Il gioco non vale la candela».
Senza contare, aggiungono i commercianti, l’aggravio burocratico per l’acquisto del software e la contabilità più complessa, con tutti i dubbi sulle reali possibilità di rilancio. La categoria ha anche suggerito di andare a reperire nuove risorse colpendo l’abusivismo, una piaga molto diffusa anche alle nostre latitudini su cui il Comune ha assicurato controlli maggiori.
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