L’INCENDIO
Tassa per la montagna ferita
La giunta comunale introduce l’imposta di soggiorno finalizzata alla salvaguardia e al recupero del Campo dei Fiori. Bilancio dei roghi e dei boschi distrutti dall’inizio dell’anno
Tassa di soggiorno per finanziare gli interventi di recupero e salvaguardia della montagna divorata dalle fiamme. La giunta comunale guidata dal sindaco Davide Galimberti ha deliberato oggi, 3 novembre, l’introduzione dell’imposta finalizzata «alla ricostruzione dell’ambiente e del patrimonio naturale ferito». La proposta verrà portata in Consiglio comunale. «Grazie alla tassa di soggiorno - spiega l’assessore al Bilancio, Cristina Buzzetti - si potranno recuperare oltre 500.000 euro che potranno essere destinati a forme di valorizzazione della nostra montagna. È la prima volta che questa imposta viene adottata per la salvaguardia di un patrimonio ambientale. L’introduzione dell’imposta di soggiorno non inciderebbe sulle tasche dei varesini ma sarebbe rivolta a coloro che dormono in albergo, come ad esempio i tanti turisti stranieri che in questi ultimi mesi sono venuti in città».
Dall’inizio dell’anno sono stati 234 gli incendi in Lombardia che hanno danneggiato l’ambiente. Le province più colpite sono state Brescia e Como; a Varese, 14 i roghi che hanno distrutto complessivamente 103 ettari di campi e boschi. Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Sicura e Protezione civile, Simona Bordonali, mentre le associazioni Lipu e Legambiente hanno chiesto, per l’incendio che ha divorato una sessantina di ettari di bosco nel Parco del Campo dei Fiori, che venga sospesa la caccia per due anni nei comuni coinvolti dalle fiamme: Varese, Casciago Luvinate, Comerio, Barasso e Brinzio. L’attività venatoria è stata bloccata dalla Regione per 15 giorni, una tregua ritenuta da Lipu e Legambiente «troppo breve per la fauna selvatica, che ha dovuto affrontare cinque giorni di fiamme, con una conseguente privazione del proprio habitat, pari a oltre 60 ettari di bosco, e con la possibilità di aver provocato ferite o la morte di alcuni esemplari». Le due associazioni osservano inoltre che già la normativa regionale «stabilisce espressamente il divieto a chiunque di cacciare su terreni pregiudicati da incendi per un minimo di due anni».
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