L’EMERGENZA
Tendopoli alla stazione: nessuno sgombero
Sit in di alcune associazioni: «Più sicurezza». Il questore: «Solo controlli e monitoraggi»
In un primo momento si è parlato di sgombero, invece si è trattato di un controllo, uno dei tanti attuati negli ultimi giorni, da parte delle forze dell’ordine.
Nell’area delle stazione dello Stato dove è sorta una tendopoli, la mattina di sabato 9 settembre non c’erano più i senzatetto, anche se la loro casa sotto il portico del fabbricato era ancora ben visibile. Solo una gamba, in lontananza, si è vista muovere da sotto le coperte, nell’ultimo giaciglio distante dalla ferrovia, a metà di una mattina movimentata attorno all’edificio abbandonato. Sgombero all’alba, dunque?
Niente di tutto ciò.
«Solo controlli che conduciamo da tempo, una sorta di censimento, un monitoraggio delle presenze, l’azione delle forze dell’ordine non è mai venuto meno», ha detto il questore Giovanni Pepè.
All’esterno si è svolto un sit in promosso da Confconsumatori «perché vogliamo mettere al centro dell’attenzione il diritto alla salute dei varesini che giornalmente transitano nella zona e anche delle persone che da anni vivono accampate nel vecchio magazzino delle ferrovie», dice la presidente Mariella Meucci. Insieme con l’associazione Gea, l’associazione Articolo Tre e Movimento Rivoluzione Cristina, è stato organizzato un presidio per sollecitare una risposta dal Comune a quella situazione. Quale? Tendopoli che si vede dai vagoni della ferrovia e anche da Giubiano. Non solo luogo per il riparo dei senzatetto, anche «un problema sanitario», ha denunciato il consigliere regionale di Forza Italia Luca Marsico, che per primo ha sollevato la questione nei mesi scorsi e anche pochi giorni fa. «Potrebbero infatti sussistere rischi di carattere sanitario connessi al rispetto e al mantenimento i aree pesantemente degradate in zone di grande passaggio», è stata la dichiarazione a sostegno del sit in rilascia dal consigliere Marsico. Ieri, l’ingresso all’area era presidiato dalla Polizia ferroviaria. Vi possono accedere, a parcheggiare, i ferrovieri. In lontananza si vede ancora l’accampamento, ma i clochard non ci sono più. A manifestare, in modo assolutamente pacifico, erano presenti la presidente dell’associazione Articolo 3, Emanuela Romeo, Francesco Marcello presidente del Circolo Destra Italiana e il consigliere comunale Simone Longhini (FI).
«Sono qui perché, che i senzatetto siano qui o no poco importa al momento, la situazione di accampamento e igienica è invariata, e questa situazione è insostenibile da tempo e rappresenta un problema di sicurezza per le persone che parcheggiano, vivono o lavorano nella zona».
L’area, come è noto, è privata, impossibile un intervento diretto del Comune, è sempre stata la “difesa” di Palazzo Estense.
«Non siamo di certo per la politica del manganello, è da almeno un mese che le forze dell’ordine, in accordo con il Comune, svolgono controlli mirati e questi controlli hanno portato a un volontario allontanamento di molti senzatetto, soprattutto dei clandestini - dice l’assessore Roberto Molinari -, per tutti gli altri residenti a Varese, stiamo cercando soluzioni».
Da Palazzo Estense è stata anche diffusa una nota sulla delicata questione. “Da tempo, in sinergia con le forze dell’ordine, è in atto un monitoraggio della situazione nelle stazioni per ripristinare il decoro dell’area e in questi giorni si stanno già effettuando alcune azioni. È nostra intenzione di procedere per risolvere una problematica che si trascina da anni”.
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