L’EMERGENZA
Tendopoli dei disperati. Alla stazione
Marsico: è sempre emergenza. Molinari: sopralluoghi costanti
Accampamento dei senzatetto, versione estiva. Nulla è cambiato in sei mesi, nell’hotel dei disperati della stazione dello Stato. Tutto uguale a prima, anzi peggio. perché il caldo e l’estate hanno forse fatto diminuire il numero di giacigli ma colorato e reso quel rifugio una tendopoli.
Coperte e teli stesi per ripararsi dal sole e dalla vista di chi viaggia in treno. Taniche di acqua per evitare di bruciare dalla sete e per sciacquarsi la mattina. E poi materassi e giacigli appoggiati al muro, sotto il portico.
Qui si dorme, forse si vive anche, di giorno. E se è il freddo che uccide alle nostre latitudini, e se è vero che nessun clochard quest’anno è finito in ospedale semiassiderato, grazie alla rete di aiuti messi in campo da Comune, Angeli urbani e Croce Rossa, è anche vero che sotto il capannone della Rfi, biglietto da visita per chi arriva sui vagoni, c’è una vera e propria tendopoli.
Popolata da persone di più nazionalità e e che non fanno nulla di male, ma che lì dormono.
A sollevare il problema dell’assistenza a questi homeless ma anche del decoro di un’area che, benché privata, è l’ingresso su rotaia in città, era stato lo scorso autunno il consigliere regionale varesino Luca Marsico, esponente di Forza Italia e avvocato.
«Le stagioni cambiano ma le situazioni rimangono le stesse», commenta amaro il consigliere regionale. E snocciola una serie di domande.
«Che cosa è stato fatto finora, quali risposte concrete sono state ottenute dal sindaco Galimberti e dall’assessore Molinari? Non è possibile impedire l’accesso a quell’area?».
E ancora: «Di chi sono le responsabilità, quali gli interlocutori? Se ci sono stati incontri perché non hanno prodotto risultati? In caso contrario, se non ci sono stati riscontri concreti e positivi, sono il primo a farmi avanti, accanto a sindaco, assessore e comune, per dare un aiuto, ma così non si può andare avanti».
Il portico - che sarà probabilmente abbattuto poiché rientrà nel grande progetto stazioni, con lo stanziamento da dieci milioni di euro fatto da Rfi - è visibile dai convogli ferroviari.
Pochi metri prima, campeggia la scritta “Varese”. Anche da Giubiano e dalla via Del Ponte, chiunque alzi lo sguardo verso la stazione, viene investito da questa immagine multicolore che fa strabuzzare, letteralmente gli occhi, a chi va, per esempio, a riprendere l’auto lasciata nell’area di parcheggio: stendipanni, sacchetti della spesa, coperte e tutto ciò che può rendere più confortevole la vita in un luogo del genere, nascosti dietro le coperte che servono come parete per riparare dagli sguardi indiscreti di chi arriva in stazione o guarda da lontano, da Giubiano.
«I sopralluoghi sono costanti, da parte mia. In estate la struttura dello chalet Martinelli e quello della Cri che lo scorso inverno abbiamo adottato come sistema d’emergenza contro il freddo, sono chiusi e in via Maspero i posti sono tutti occupati - dice l’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari -. Ma la situazione non è così semplice, alcuni di questi clochard non vogliono allontanarsi dai punti che scelgono come casa loro, ci abbiamo provato, senza esito»,
L’assessorato e Palazzo Estense stanno lavorando «alla messa a punto di una rete di sostegno delle persone più fragili - continua Molinari - un lavoro lungo e delicato che porterà a un piano».
Il progetto per il sostegno fuori dall’emergenza dei senzatetto, degli homeless, dovrà dare risposte prima dell’arrivo dell’ondata di freddo del prossimo inverno.
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