L'INTERVISTA
"Teniamo Saronno, poi..."
Le strategie elettorali del Pd secondo Paolo Bertocchi: "Tutto iniziò nel 2009 con Porro, importante ripetersi ora con Licata per dedicarsi alle sfide del 2016 a Busto, Gallarate e nel capoluogo". Si va verso le primarie: "Ma il candidato sarà di Varese"
Vincere a Saronno, "dove tutto ha avuto inizio", per poi lanciare la lunga marcia su Busto Arsizio, Gallarate e Varese: tre obiettivi strategici per un partito e per un’area politica che oggi molti considerano favoriti ma che, alle latitudini prealpine, non sembrano ancora avere metabolizzato i successi elettorali del recente passato.
Paolo Bertocchi, responsabile del dipartimento enti locali nella segretaria provinciale del Partito democratico, assessore a Cunardo e consigliere delegato a Villa Recalcati, presidia la cabina di regia delle amministrative di primavera.
Undici Comuni al voto tra poco meno di due settimane, domenica 31 maggio, e una sfida il cui esito non sarà senza conseguenze per il futuro: confermare il governo di centrosinistra a Saronno con il passaggio del testimone dalle mani del sindaco uscente, Luciano Porro, a quelle di Francesco Licata, "giovane ed esperto", promosso sul campo per "imprimere uno scatto in avanti all’esperienza positiva degli ultimi cinque anni".
Un test importante anche nella prospettiva della campagna elettorale che attende il Pd il prossimo anno.
"Nel 2009 - scandisce Bertocchi -, a Saronno tutto ha avuto inizio. La vittoria di Luciano Porro ha segnato uno spartiacque, dopo di che sono arrivati il successo di Edoardo Guenzani a Gallarate e la conquista della Provincia con Gunnar Vincenzi. Da lì ripartiamo, pensando a Busto, a Varese e non solo".
Varese è da due decenni città simbolo del centrodestra, uno degli ultimi baluardi della Lega nord. "E questo giustifica l’attenzione con cui il mondo politico nazionale guarda a Palazzo Estense. Arriveremo preparati all’appuntamento, con un programma forte, innovativo e con una coalizione ampia, aperta alla società civile e raccolta attorno al Partito democratico, che non intende cannibalizzare altre identità, ma è pienamente consapevole del proprio ruolo all’interno delle alleanze che si andranno a costruire".
Sembra ormai certo che il candidato sindaco sarà scelto in autunno attraverso primarie aperte. Già circolano alcuni nomi: l’onorevole Daniele Marantelli, Andrea Civati, il segretario provinciale Samuele Astuti… "Quello delle primarie mi sembra lo strumento più opportuno, direi naturale. Nel rispetto dell’autonomia del gruppo dirigente cittadino del Pd, la segreteria provinciale segue con attenzione l’evolversi della situazione nel capoluogo. Quanto ai candidati, il tema sarà affrontato nelle sedi opportune. Vorrei tuttavia chiarire un punto: un impegno diretto sul fronte di Varese non è nell’agenda del segretario Astuti, che è sindaco a Malnate e resterà felicemente alla guida di quella amministrazione. Altri partiti hanno paracadutato a Palazzo Estense personalità esterne con risultati poco brillanti. Noi non ripeteremo quello che abbiamo sempre considerato un errore. Il candidato sindaco del centrosinistra sarà un varesino, scelto attraverso le primarie".
Torniamo alla scadenza del 31 maggio. Quale è l’attesa o, se preferisce, quale pronostico sottoscriverebbe oggi il Pd? "Non giochiamo con le bandierine. Le elezioni amministrative sono state preparate con serietà, impegno e coraggio. A Somma Lombardo, ad esempio, Stefano Bellaria è l’espressione di un laboratorio politico che ha certificato la grande apertura del Pd alla società civile; a Samarate Davide Sironi è un’alternativa vincente al sindaco leghista Leonardo Tarantino. Tiziano Marson chiede ai propri concittadini la riconferma a Casorate Sempione, mentre a Laveno Mombello Ercole Ielmini ha accettato di rimettersi a disposizione per archiviare la stagione di un centrodestra diviso e che non ha certo offerto una prova di buon governo. Altrove sosteniamo liste civiche nel rispetto delle singole realtà territoriali".
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