MONDIALI DI NUOTO
Tete & Ary, emozioni iridate
Il Varesotto a Budapest: Martinenghi e Castiglioni raccontano la loro avventura
Giornata di pausa per i nostri due “osservati speciali” ai Mondiali di nuoto. Li incontriamo nel salotto di Casa Arena, Arianna Castiglioni e Nicolò Martinenghi si presentano insieme e sorridenti poco prima di iniziare l’allenamento quotidiano.
Non è il primo test internazionale per voi, anche se per Tete è la prima con i “grandi”. Come vi sembra questo Mondiale in termini di impianto, organizzazione, pubblico, atmosfera?
A «Mi ha colpito molto la piscina per come è strutturata. Mi ricordo che a Berlino per gli Europei, ad esempio, era tutto molto dispersivo e passare da una vasca all’altra era complicato. Qui invece i tempi di spostamento sono ottimi. E poi il pubblico ungherese è fantastico. Neanche a Rio ho sentito un tifo del genere. Anche quando un ungherese arriva ultimo il supporto della gente è incredibile».
N «La piscina è veramente mostruosa e appena entri sul piano vasca ti trasmette già emozioni fortissime. Io però guardo più l’aspetto emotivo: lo stare insieme alla squadra ed a tanti campioni, per me, che sono alla prima esperienza, è bellissimo. Questo è il mio primo Mondiale, ho finito le gare individuali e manca solo la staffetta, ma l’emozione che mi ha lasciato anche solo la semifinale resterà indelebile. Non ti accorgi di essere ad un campionato del mondo finché non esci dal tunnel e arrivi sul piano vasca con il boato del pubblico. Dietro le quinte sembra una gara come le altre, ma capisci in quel momento quanto invece sia differente!».
Come si reagisce ad un’emozione del genere, che può tagliare le gambe?
A «Nelle batterie avevo di fianco un’ungherese e ho sentito un frastuono terribile. Mi sono detta “Non alzare gli occhi e non guardare che cosa succede attorno”, ho cercato di concentrarmi solo sulla vasca, altrimenti non so come avrei reagito!».
Nicolò, hai finito le gare individuali in cui probabilmente, influenza a parte, hai pagato lo scotto dell’esordio. Che cosa brucia di più: aver peggiorato i tuoi tempi, non aver centrato la finale o Fabio Scozzoli che ti ha soffiato il primato italiano dei 50 rana?
N «Sono tre discorsi diversi. Centrare la finale era un obiettivo secondario, era tutto più legato al tempo che avrei dovuto fare. Ma non stavo benissimo e sapevo che ciò mi avrebbe condizionato. Per quanto riguarda Scozzoli, i record sono fatti per essere battuti. Quel che mi spiace è non essere riuscito a dare il massimo. Ma non è colpa mia né del lavoro fatto. L’influenza ha inciso più di quanto pensassi e quella non si può prevedere. Comunque, anche le batoste sui denti servono...».
Arianna, i 100 rana sono andati e puoi essere moderatamente soddisfatta del risultato. Ora come ti senti e cosa possiamo aspettarci nei 50?
A «Adesso mi sento bene. Dopo aver terminato i 100, mi sono concentrata sulla velocità. Mi sto allenando sullo sprint e i tempi in allenamento sono buoni, quindi sono fiduciosa. Ho ripreso solo tre settimane fa a nuotare a rana sul passo gara e il fatto di non gareggiare da parecchio mi ha penalizzato. Ma ho fatto qui il mio record stagionale e sono contenta. Adesso, prima di tutto devo superare le batterie, puntando a fare comunque il mio miglior crono. E poi cercare di migliorare quei piccoli errori (che ci sono sempre!) per provare a superare anche lo step successivo».
Dopo Budapest, le vacanze saranno ancora lontane, soprattutto per Nicolò. Prima Roma e i Campionati italiani di Categoria (1-7 agosto), poi per Arianna la tappa di Coppa del Mondo a Berlino (6-7 agosto), il meeting di beneficenza Energy for Swim di Roma (8-9 agosto) per entrambi e, per finire, i Mondiali Juniores di Indianapolis (23-28 agosto), dove Nicolò dovrà difendere il record iridato di categoria.
Quanto è difficile mantenere la concentrazione e la giusta tensione agonistica così a lungo?
N «Siamo abituati a questi ritmi ed essendo ancora giovani riusciamo a vivere tutto con spensieratezza, ritagliandoci momenti di svago e tornando a concentrarci quando occorre. Dopo Budapest scaricherò un po’ di tensione ai Campionati giovanili, con i miei compagni. Poi, dopo l’Energy for Swim, tornerò per qualche giorno a casa ad Azzate per riprendere fiato prima di ripartire. Comunque, una volta che provi l’ambiente Assoluto un po’ la visione ti cambia...».
A «Io finirò prima di Nicolò, perché il 10 agosto sarò già in vacanza. Comunque, questo per ora è il nostro “lavoro” e cerchiamo di farlo al meglio, anche se la parte più difficile resta quella mentale: devi essere lucida sino alla fine e non pensare a quanto sia lunga la stagione».
Fiamme Gialle per Arianna, Fiamme Oro per Nicolò. Quanto sono importanti i Gruppi Sportivi Militari?
A «Ti danno una mano a livello economico, ma poi è soprattutto una seconda famiglia, che si aggiunge a quella della tua squadra civile. Io mi trovo molto bene e colgo l’occasione per ringraziarli di avermi dato questa opportunità».
N «Io sono appena entrato nelle Fiamme Oro, quindi non ho ancora respirato l’atmosfera di squadra. L’aiuto economico è importantissimo, fanno un investimento su noi atleti ed avere la consapevolezza che il tuo lavoro venga riconosciuto è gratificante».
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