REGOLE
Tintarella, vero e falso
Non è vero che una protezione solare alta, per esempio 50, da utilizzare soprattutto nelle prime esposizioni al sole, non faccia abbronzare. Al contrario, prendere colore con gradualità consente di rimanere abbronzati più a lungo e aiuta a non danneggiare la pelle.
Una protezione 50, inoltre, non è indicata solo per i bambini, anche se occorre ricordare che i piccoli vanno protetti di più e più attentamente, perché il 75% dell’irraggiamento al quale ci si sottopone durante la vita è assorbito durante l’infanzia e le ustioni solari da piccoli aumentano il rischio di melanoma da adulti.
Di tintarella e falsi miti ha parlato Norma Cameli, responsabile di dermatologia estetica dell’Istituto San Gallicano di Roma, specificando anche che i solari vanno riapplicati ogni due ore, in particolare dopo il bagno in mare e dopo aver sudato.
È importante ricordare che i solari hanno una data di scadenza e l’integrità dipende da come sono conservati, perché spesso tendiamo a lasciarli direttamente al sole oppure in borsa, o ancora in macchina: il caldo li può alterare. Occorre quindi accertarsi, prima di applicarli, che la consistenza sia omogenea e l’odore non sia rancido.
L’esperta spiega che è un altro falso mito è quello secondo cui la protezione solare non vada applicata col tempo nuvoloso: «È vero che le nuvole fanno un filtro, ma alle grandi altezze questo effetto filtrante è solo del 20 per cento», spiega infatti Cameli esortando a usare i solari anche se si sta all’ombra.
E poi: il sole fa venire le rughe? Sì, l’80 per cento del fotoinvecchiamento della pelle è dovuto ai danni del sole e le zone più esposte sono viso e décolleté, spesso esposti anche in città e non solo in estate. Altre regole: esporsi gradualmente (tre, quattro ore al giorno e meglio non quelle centrali); accertarsi che nei solari siano contenuti filtri chimici (cinnamati e sali cilati) per essere protetti da Uva, Uvb e infrarossi.
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