LA POLEMICA
Torna il falò. Ed è subito scontro
Gli ambientalisti: «Bruciare la legna è vietato». L’assessore: «Rispettiamo la tradizione»
Il meteo non c’entra ma il mese di gennaio sarà un mese caldissimo, anzi: di fuoco.
Come tutti gli anni nel giorno dell’Epifania, per tutti i bambini, torna la Befana. Appuntamento, a partire dalle 15.30 di oggi in piazza del mercato.
Per i più piccoli ci saranno momenti di animazione con giocolieri e truccabimbi. Durante la manifestazione si potranno acquistare caldarroste, cioccolata calda e vin brulè.L’iniziativa ha lo scopo di finanziare le attività di beneficenza dell’associazione Caenacolum Onlus di Tradate. Organizzazione a cura della Pro Loco cittadina con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Verso le 17.30 verrà bruciatala pira con l’effige dellaBefana.
Questo sarà il primo appuntamento che avrà al centro un falò.
L’altro è un ritorno e sarà incendiato in concomitanza con la ricorrenza di Sant’Antonio Abate in programma il 21 gennaio. Manca ancora un po’ di tempo ma intanto l’incendio delle polemiche già divampa. I rappresentanti degli ambientalisti sono già all’attacco, ma la risposta non si è fatta attendere. Per il “Falò di Sant’Antonio - Anno zero”, le misure saranno almeno dimezzate: quattro metri e mezzo massimo d’altezza e sette metri circa di larghezza. Più che dimezzato anche il materiale utile per il falò. In piazza mercato sarà presente un grande “Mercatino dell’Insubria” ed eventi vari per grandi e bambini.
Messa così, sembra una cosa normale ma gli ambientalisti tradatesi non ci stanno. Secondo Maurizio Alberti di Legambiente, in base alle normative vigenti, «bruciare rifiuti o residui è sempre vietato e occorre procedere allo smaltimento nel rispetto della legge».
Anche bruciare «soli residui vegetali agricoli e forestali è vietato in generale, salvo alcune deroghe eccezionali».
Fornendo, a supporto di questa teoria, una serie di dati secondo i quali bruciare all’aperto una sola catasta di legna di medie dimensioni inquina quanto un Comune di 1.000 abitanti che per otto anni si riscalda a metano.
Perciò nella casistica rientrano anche i falò come quello che gli organizzatori hanno in mente di realizzare in piazza mercato. Replica l’assessore a Ecologia e Ambiente, Vito Pipolo.
«Non sarà certo il falò che si immaginano gli ambientalisti ma un segno di festa e nel rispetto di una tradizione, quella di Sant’Antonio Abate, che ha radici profonde anche nella nostra comunità e che la precedente amministrazione non è stata neppure in grado di celebrare». Pipolo si riferisce alla maggioranza di centrosinistra, della quale prorio un ambientalista doc come Maurizio Alberti era un autorevole esponente. Bruciare un falò in occasione della festa di Sant’Antonio Abate è una cerimonia diffusa in provincia di Varese, una tradizione in alcuni casi vecchia di secoli.
«Piuttosto - conclude Pipolo - spieghino perché gli agricoltori preferivano paesi vicini a Tradate per celebrare la loro festa».
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