L’INTERVISTA
«Tour de force Gabbani. Ora torno a scrivere»
Luca Chiaravalli racconta il mese vissuto a Gallarate con il vincitore di Sanremo e l’intero team per registrare il nuovo album “Magellano”: un’esperienza indimenticabile
E’ uno degli autori italiani più gettonati del momento e questo è un altro dei suoi anni d’oro. Luca Chiaravalli si gode la felicità degli ultimi mesi, a partire dalla vittoria di “Occidentali’s Karma”, brano dei record che ha trionfato a Sanremo e che si appresta a partecipare all’Eurovision Song Contest, scritto dal maestro gallaratese insieme al varesino Fabio Ilacqua, allo stesso Francesco Gabbani e al fratello Filippo. Nel mese di marzo il team si è trovato nello studio di Chiaravalli a Gallarate per chiudere l’album di Francesco “Magellano”, in uscita il 28 aprile. Ecco il racconto di quelle giornate.
Com’è il bilancio del lavoro?
«Molto positivo, è stato un mese intenso, creativo e laborioso, abbiamo scritto molto e siamo riusciti a finire tutte le canzoni del disco in modo soddisfacente. Si è creato un team perfetto con Francesco, suo fratello Filippo, il nostro Fabio Ilacqua e me, abbiamo scritto in modo libero senza chiederci dove stavamo andando ma godendoci il viaggio, che è poi il filo conduttore dell’album, si intitolerà “Magellano” appunto. Parlerà del viaggio non solo come moto a luogo ma anche a livello interiore, un percorso coraggioso che ognuno di noi dovrebbe affrontare nella vita».
Quali sono le emozioni principali vissute con la squadra?
«Mi sono divertito molto per tutto questo marzo “gabbanico”: ogni membro del team ha portato idee bellissime ed abbiamo interagito in modo così naturale e gratificante, le canzoni sono intrise di questa verità, purezza di intenti e soprattutto di questa amicizia profonda tra quattro persone che si sono trovate a volersi bene anche a prescindere dalla musica. Una situazione di questo genere è rara e preziosa. Sono orgoglioso di questo disco così unico in tutte le sue sfaccettature».
Gallarate è piaciuta a Gabbani? Postava foto in corsa, si allenava da queste parti?
«Francesco è stato qui per tutto il mese di marzo, dice che si è trovato molto bene e che si è rilassato. Ha fatto tanto jogging per le strade sotto Crenna dove c’è più verde».
Avete fatto qualche altro giro nei dintorni?
«Non abbiamo potuto fare molto perché il tempo a disposizione era poco e dovevamo chiudere il disco. Un aneddoto carino: durante le fasi più tecniche di lavorazione Francesco si appisolava sul divano dello studio e questa cosa mi piaceva, cerco da sempre di creare nel mio studio un clima rilassato che agevoli la creatività e l’interazione con gli artisti».
Anticipazioni sull’album? Su cosa avete puntato?
«In realtà non abbiamo elucubrato molto a priori su come farlo, è uscito di getto partendo spesso da idee preesistenti o scrivendo da zero: siamo stati fortunati, quattro musicisti creativi che insieme hanno trovato una cifra artistica in modo totalmente naturale, interagendo tra loro senza sovrastrutture inutili».
Parlando invece di Paola Turci, che novità ci sono?
«Con Paola ho finito il disco a fine febbraio, sta andando molto bene, settimana scorsa era il disco italiano più venduto, un traguardo molto importante per Paola. È in stato di grazia in questo momento, come avete potuto constatare vedendola a Sanremo. Scenderò a Roma a fine aprile per preparare il suo live. Si merita tutto questo momento felice».
Oltre che con Francesco e a Paola con chi altro stai collaborando?
«Ora voglio riposare un po’ e scrivere, dato che ho i cassetti vuoti, sono in primis un autore e quest’ultimo anno e mezzo è stato pieno di produzioni dove ho comunque scritto molto. All’orizzonte ci sono proposte importanti».
Stai continuando anche a lavorare con Ilacqua?
«Certo, cerco sempre di coinvolgere Fabio nei miei lavori, è un artista speciale con cui mi trovo benissimo a scrivere e poi è un amico vero come pochi possono essere».
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