IL PERICOLO
Trappole mortali nell’hotel fantasma
Gruppi di giovani nell’edificio di via Magenta: staccano le grate del silo sotterraneo, creando inciampi letali
La mattina di domenica 20 agosto, i vigili sono tornati all’hotel fantasma di via Magenta per risistemare alcune grate del cortile, quelle che qualche ragazzotto si era divertito a staccare e gettare nel sottostante autosilo di due piani, godendosi lo schianto e disseminando l’area di trappole mortali nel caso qualcuno ci cascasse dentro.
Ma solo qualche giorno prima, la stessa polizia locale e i carabinieri erano già accorsi parti dell’edificio abbandonato, dopo la segnalazione di un nutrito gruppo di giovani che aveva scavalcato la bassa recinzione per avventurarsi sempre nel posteggio, cercando da lì di passare nell’albergo vero e proprio.
Prima che le forze dell’ordine arrivassero, i protagonisti dell’incursione se l’erano data a gambe levate, ma l’episodio ha riacceso riflettori e preoccupazioni su una situazione complicata.
Tant’è che in queste ore in Comune stanno preparando un’ordinanza per imporre al curatore fallimentare di provvedere a sigillare quelle grate. Sia mai che la disattenzione di un ragazzo o di uno dei senzatetto che di tanto in tanto cercano riparo in quella zona, possa finire in dramma.
Nella mente di tutti c’è d’altronde il caso della cartiera di Cairate, dove un’escursione proibita è finita con una tragedia (la morte di un diciottenne) che ha scaricato responsabilità penali di cui rispondere sugli amministratori pubblici di quel sito violato.
Ebbene in via Magenta la faccenda è molto simile: c’è un luogo ormai incustodito perché frutto di un fallimento (l’albergo è stato realizzato qualche anno fa dalla Benigni Costruzioni, azienda bergamasca collassata prima di poterlo inaugurare) e da allora è stato messo all’asta senza trovare compratori. Ci si riproverà fra qualche mese, offrendolo a poco più di due milioni di euro, ma non è detto che a qualcuno possa interessare acquistarlo.
«Nel frattempo è indispensabile che ci siano le condizioni di sicurezza», dice il vicesindaco Stefano Ferrario durante un sopralluogo, dopo essere stato allertato da alcuni residenti e aver lui stesso segnalato alla polizia locale il problema delle grate divelte. «Entrare in questo spazio - prosegue - è semplicissimo dalla via Aquile Randagie, che è poco frequentata e permette quindi di intrufolarsi senza essere visti. Quando ho visto il “buco” proprio all’ingresso, mi sono spaventato. Se qualcuno ci cascasse, si farebbe un volo di due piani, forse si ammazzerebbe e lo ritroveremmo dopo mesi».
A girare con lui nel parking c’è anche il capogruppo leghista Livio Pinciroli: «È incredibile come questo albergo sia ormai praticamente finito ma lasciato in balia degli sbandati», dice passando fra muri pieni di murales, angoli che sono stati certamente abitati per qualche giorno dagli abusivi, resti di improbabili e pericolosi falò e bottiglie di birra.
«Qualche mese fa qualcuno riuscì ad entrare nelle camere - ricorda Pinciroli - ma ora per fortuna gli accessi sono sigillati».
Così, se l’emergenza si chiama messa in sicurezza, intanto si riflette sul futuro.
«Questo hotel - dicono i due leghisti - nasceva in ottica Expo, per la vicinanza alla stazione e per l’ospitalità di convegni in una sala sotterranea adiacente e anch’essa ormai abbandonata. Chissà se qualcuno mai lo riattiverà, speriamo non per metterci i profughi. Intanto bisogna evitare che i giochi pericolosi continuino».
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