DANDY BOSINO
Tre amici con gli occhiali da sole
Vi presento tre miei amici: Steve, Marcello e Dave. I primi due non ci sono più, ma il loro fascino e la loro bravura li hanno resi immortali. Il terzo è vivo, vegeto e sempre sulla cresta dell’onda. Che cosa accomuna McQueen, Mastroianni e Gahan in questa rubrica semiseria di stile da uomo? Belli? Troppo facile. Bravi? Lo sanno anche gli alieni. Li unisce l’immagine che, di se stessi, hanno dato (e nel caso del mio amico Dave continua a dare) indossando occhiali da sole. Steve McQueen sfoggiava un paio di Persol 0714 nel film “Il caso Thomas Crown”, del ‘68, trama molto interessante, lui splendido con quelle lenti. Mastroianni ha esaltato il suo fascino da seduttore con i Persol 649 nella pellicola “Divorzio all’italiana”, del ‘62, cambiando occhiali da sole, senza perdere un solo grammo di carisma, in 8 e 1/2. E poi Dave Gahan, leader dei Depeche Mode, che ipnotizza nel video di “Where’s the revolution”, il suo ultimo album, affacciandosi da un improvvisato pulpito con un paio di occhiali neri da urlo.
Sunglasses ma non solo. C’è ancora qualcuno sul pianeta terra che pensa che gli occhiali da sole servano unicamente a ripararsi dai raggi solari? Nessuno. Come immaginavo. E allora, visto che l’accessorio in questione può accrescere, confermare o penalizzare l’immagine di un uomo, cerchiamo di vederci chiaro. Non tutti i modelli, neppure quelli più osannati, stanno bene a chiunque. Dipende da capelli, fisionomia del viso e carnagione. Per intenderci: se hai la faccia bella tonda, non puoi avere anche la “faccia tosta” di metterti occhiali a lenti piccole e tonde. Devi scegliere un modello ampio e possibilmente con lenti rettangolari in modo da far sembrare il volto più lungo e ovale. Hai una testa piena di ricci alla Branduardi? Assecondali con un paio di occhiali da sole non squadrati. Piccole accortezze che chiunque può scoprire anche solo mettendosi davanti allo specchio e ponendosi la classica domanda: «Questi mi donano?». E poi dandosi una risposta sincera. Per non sbagliare, vengono comunque in soccorso i modelli intramontabili: con un paio di Rayban scuri starebbe bene anche l’attore Jeff Goldblum dopo essersi trasformato nella mosca (film dell’86, un remake peraltro ). L’importante è non confondere il giorno con la notte: si chiamano pur sempre occhiali da sole, non lenti da cielo stellato. E non da ostentare come se li aveste incorporati: se entri in un bar per un caffè, levali. Ricordate Battiato con la strofa sugli occhiali da sole «per avere più carisma e sintomatico mistero»? Piaccia o no, l’accessorio è a pieno titolo negli ingredienti obbligatori del look. Senza dimenticare la regola base di ogni buon estetismo: disinvoltura (devi piacere a te stesso, il resto è optional). Come hanno sempre insegnato i miei amici Steve, Marcello e Dave. Sigla? Da lacrima sul miele: “What the world needs now is love”. Anno 1968, quello di Steve con Persol. Voce di mister Bacharach.
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