PROTAGONISTI
Tre uomini e una vita da ridere
Aldo, Giovanni e Giacomo hanno festeggiato con un libro i 25 anni di carriera insieme, ritrovandosi al Caffè Teatro dove mossero i primi passi verso il successo
Mancavano da 6 anni: l’ultimo “salto” al Caffè Teatro l’avevano fatto nel 2010, in occasione del 25° dello storico locale di Verghera di Samarate. Nel frattempo il 25° l’anno fatto anche loro, Aldo, Giovanni e Giacomo, visto che quest’anno ricorre il quarto di secolo della loro intensa carriera, fatta di palcoscenico, cinema e televisione.
E anche di libri: giovedì sera il trio è arrivato al Caffè per presentare “Tre uomini e una vita”, in una serata da tempo da tutto esaurito, volume curato da Michele Brambilla, direttore della Gazzetta di Parma, che ha moderato la serata. Non poteva mancare, ovviamente, il patron del Caffè Teatro Maurizio Castiglioni, amico storico del trio fin dall’inizio. Anzi, da ancora prima che cominciasse il tutto. I giovani Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomino Poretti non erano ancora conosciuti e ogni domenica pomeriggio provavano nuovi sketch in via sperimentale proprio a Verghera. Fu Maurizio un giorno, al Sacro Monte di Varese, a suggerire a due dei tre (Giovanni quella mattina non c’era e, giovedì il comico ha scherzato dicendo «ero a Cortina con Lapo») «di puntare al trio e di portare avanti quei numeri perché erano forti». Come hanno spiegato (e come dicono nel libro), molti dei personaggi e delle scene celebri dei film sono nati da episodi di vita reale. Come quella volta in cui Maurizio aveva dormito da Giacomo che gli aveva prestato una maglia del Legnano Calcio; Maurizio tra l’altro si sentì male e finirono in ospedale con il patron agghindato da calciatore tra lo stupore dei medici. Quella scena è la stessa che si vede nel mitico “Tre uomini e una gamba”, dove Giacomo ha la maglia di Sforza. Idem per la celebre “cadrega”, ispirata a un altro fatto reale: «Il papà della mia fidanzata dell’epoca - ha raccontato Aldo - non sopportava i meridionali, così Giacomo e Giovanni mi avevano dato “ripetizioni” di dialetto».
La serata è proseguita tra ricordi, gag e battute improvvisate: i tre hanno scherzato sul locale di Verghera, commentando l’ambiente con un «l’architetto è stato arrestato» e hanno fatto anche battute sulla cucina, rivolgendosi agli spettatori: «Avete mangiato anche voi polenta e bruscitt? Tra qualche ora attenti allo stomaco, l’unica è annullare tutto con due bicchieroni di grappa». Ancora battute taglienti sui nomi dei paesi della provincia, «Ma come si fa a chiamare un posto Verghera di Samarate, Caronno Pertusella o Calcinate del Pesce? Non bastavano nomi singoli?» Poi sono arrivati i ricordi anche sul capitolo “Mai dire Gol” e sul rapporto con la Gialappa’s; in quel periodo nacquero i personaggi più amati come Nico il sardo, il poliziotto Hüber e Tafazzi (il trio ha improvvisato “live” qualche celebre battuta). Poi gli artisti hanno ricordato che tra poco al cinema (il 15 dicembre) esce il loro nuovo film di Natale, “Fuga da Reuma Park”.
© Riproduzione Riservata