IL MISTERO
Trent’anni senza Lidia
Il 5 gennaio 1987 l’ultimo contatto con la studentessa ritrovata poi cadavere a Cittiglio
Trent’anni dopo il caso Macchi è ancora aperto.
Lidia, ventenne di Casbeno, studentessa di giurisprudenza, uscì di casa nel tardo pomeriggio del 5 gennaio 1987.
Assicurò che sarebbe tornata per cena. Ma non ha potuto mantenere la promessa.
Dopo aver fatto visita a un’amica, Paola Bonari, ricoverata all’ospedale di Cittiglio per i postumi di un incidente, di lei si persero le tracce.
Il suo cadavere, segnato da 29 pugnalate, sarebbe stato trovato abbandonato la mattina di due giorni dopo in una strada sterrata nell’area boschiva della collina del Sass Pinì, ricettacolo all’epoca di tossicodipendenti e di coppiette in cerca di intimità, non molto lontano dal nosocomio di Cittiglio.
Un omicidio, preceduto da violenza sessuale, ora addebitato a Stefano Binda, quarantanovenne di Brebbia, conosciuto da Lidia ai tempi della comune frequentazione (seppur in classi diverse) del liceo classico “Cairoli” dell’universo varesino di Cl.
Binda è in carcere dal 15 gennaio di un anno fa e sarà processato davanti alla Corte d’assise di Varese dal prossimo 12 aprile.
Lui si è sempre professato innocente.
Ampi servizi sulla Prealpina di giovedì 5 gennaio.
© Riproduzione Riservata