Siria
Trump e Putin cambiano marcia: verso raid congiunti in Siria
Ad Astana giornata interlocutoria. Mosca: domani documento finale
Roma, 23 gen. (askanews) - Nel giorno di avvio dei negoziati di pace sulla Siria ad Astana, e a poco più di 72 ore dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump apre alla possibilità di operazioni congiunte con la Russia in chiave anti-Isis in Siria. Una circostanza, ammessa dal portavoce del nuovo presidente Usa, che conferma le prove di dialogo tra la nuova amministrazione statunitense e Vladimir Putin, sebbene pochi minuti prima il Pentagono si fosse affrettato a smentire la notizia trapelata da Mosca di un'operazione coordinata contro obiettivi dell'Isis nell'area di Aleppo. In un briefing con i giornalisti, infatti, il nuovo portavoce della Casa Bianca Sean Spicer non ha negato che Russia e Stati Uniti abbiano già collaborato, accreditando di fatto la versione della controparte russa. "Se c'è una possibilità di combattere lo Stato Islamico con qualsiasi paese, sia esso la Russia o un altro, con il quale condividiamo un interesse nazionale sulla questione, (allora) naturalmente siamo pronti", ha detto Spicer.
Intanto ad Astana, le delegazioni del regime e dell'opposizione siriana hanno avviato i loro colloqui di pace, in forma indiretta, sotto la mediazione dell'Onu e con la partnership di Russia, Turchia e Iran. Una prima giornata dei negoziati che si è conclusa con un sostanziale nulla di fatto, sebbene non sia escluso che le aperture tra Mosca e Washington possano accelerare gli eventi e indirizzare le riunioni di domani, giornata in cui è atteso il documento finale degli incontri. In ogni caso, il portavoce della delegazione dei ribelli, Yehya al Aridi, ha spiegato che gli incontri odierni sono stati "lunghi e produttivi", aggiungendo che "approfondite" discussioni con l'inviato di Mosca hanno avuto luogo anche su "problemi politici". "Perché il cessate il fuoco sia mantenuto, perché lo spargimento di sangue sia fermato, perché le truppe straniere e le milizie lascino il territorio siriano, faremo tutto ciò che va fatto, tutto ciò che può essere fatto", ha commentato al Aridi.
La delegazione di Damasco, da parte sua, ha chiesto una soluzione politica "onnicomprensiva" per il conflitto che ha fatto oltre 310.000 vittime e milioni di sfollati. Il capo del team inviato da Bashar al Assad, l'ambasciatore siriano all'Onu Bashar al Jaafari, ha manifestato la volontà della sua parte di "rafforzare la cessazione delle ostilità", confermando che il governo siriano intende distinguere i ribelli dai jihadisti dello Stato islamico e dai militanti di Fateh al Sham, l'ex fronte al Nusra affiliato ad al Qaida.
L'inviato russo in Kazakistan, Alexander Lavrentyev, da parte sua, questa sera si è detto ottimista sul buon esito dei lavori ed ha annunciato che la dichiarazione finale di Astana verterùà sul controllo del cessate il fuoco in Siria da parte dei tre Paesi garanti. "La questione non implica un meccanismo a tre livelli, ma un formato tripartito di lavoro per il monitoraggio dle cessate il fuoco, delle testimonianze delle violazioni e per la prevenzione di una loro replica in futuro", ha sottolineato.
(con fonte Afp)
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