LE CIFRE
Turisti raddoppiati in 10 anni
Da 500mila a un milione di arrivi nei laghi. Gli artigiani: «Eppure si può fare di più puntando su servizi, rete e prodotti digitali»
In dieci anni il turismo in provincia di Varese è raddoppiato: si è passati dai 539mila arrivi del 2004 ad oltre 1 milione del 2014. E se nel 2008 c’erano 387 strutture ricettive, nel 2014 si è arrivati a quota 470. Tuttavia questo non basta per cantare vittoria sulla capacità di attrarre della terra dei laghi. Lo sottolinea un’indagine di Confartigianato Varese. «I turisti ci sono, ma non sono ancora sufficienti per un territorio che si definisce “Land of Tourism”», sottolinea la nota degli artigiani. Insomma, un bicchiere mezzo pieno, che fa ben sperare per il futuro, pur con le criticità che potrebbero essere superate con un approccio innovativo, insistono da viale Milano.
«Dobbiamo lavorare sul concetto di attrattività e rete, perché per il rilancio di un intero territorio non si può pensare ad azioni singole e scollegate fra loro. E non bastano le bellezze paesaggistiche: ci vuole un piano di marketing condiviso e, soprattutto, fattibile».
Altro nervo scoperto sono i servizi: occorre ripensarli anche per il tempo libero e in termini di viabilità, mobilità, trasporti, collegamenti. «Se ci saranno reti in grado di garantire flussi costanti di persone e merci, ci sarà anche un turismo congressuale a volte poco considerato ma importante. Il turista chiede comodità: se un territorio è servito genera ricchezza e, di conseguenza, diventa attrattivo. Il turista dev’essere incuriosito, guidato e aiutato nel conoscere le eccellenze di questa provincia».
Utile poi il rilancio dei centri storici con capacità di programmazione: «Rendiamoli attraenti anche con l’inserimento di imprese artigiane legate tanto alla tradizione quanto all’innovazione. I bandi per l’attrattività dei territori sono importanti per agevolare le imprese, ma non bastano. La base di partenza è la collaborazione tra imprese /attività diverse fra loro ma complementari. Imprese artigiane e commercianti potrebbero realizzare quella integrazione in grado di esaltare ancora di più il vero valore del Made in Italy o, addirittura, l’unicità dei prodotti Made in Varese».
Spazio poi al turismo digitale. «L’impegno deve essere di tutti: aggregazioni e reti di imprese del settore sono una soluzione anche quando si parla di turismo. Ma non dimentichiamo che la digitalizzazione è uno strumento che serve per essere più veloci, per rispondere meglio ai bisogni dei clienti, per risparmiare e presentare al meglio le nostre potenzialità turistiche al mondo. Essere digitali nel turismo significa puntare ad una diversa commercializzazione dei servizi, ad una fruizione migliore e ad una integrazione informativa. In ultimo, altri due punti: valorizzare le tipicità e le unicità del territorio e realizzare un brand che sia facilmente riconoscibile dai potenziali clienti».
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