L’INCHIESTA
Uccise la maestrina: «Processatelo»
Michele Egli assassinò la cognata, Nadia Arcudi, abbandonandola poi nei boschi tra Gaggiolo e Rodero. L’accusa gli contesta anche l’occultamento di cadavere, il furto e la truffa
La procuratrice Pamela Pedretti ha firmato oggi, lunedì 13 novembre, il rinvio a giudizio davanti alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio, dell'assassino reo confesso di Nadia Arcudi, maestra di 35 anni, avvenuta a Stabio la sera del 14 ottobre del 2016.
Nei confronti dell'imputato, Michele Egli, cognato oggi quarantatreenne della vittima, per questi fatti vengono ipotizzati i reati di assassinio e di turbamento della pace dei defunti.
Oltre a ciò - come già era stato comunicato dalle autorità elvetiche - l'uomo dovrà anche rispondere dell'accusa di ripetuta appropriazione indebita e di falsità in documenti per aver sottratto alle casse della Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (Supsi), istituto in cui lavorava come sistemista, una cifra di almeno 260mila franchi, circa 240mila euro.
Infine, Egli dovrà rispondere dell'accusa di truffa, in relazione a una raccolta fondi di 5mila franchi.
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