IL BILANCIO
Un anno vissuto da prevosto
Povertà e crisi della famiglia, le sfide della Chiesa per monsignor Panighetti: «Facciamo di più. Tutti uniti. Occorre ripensare insieme i servizi più preziosi»
«Cosa vuol essere Varese fra dieci o vent’anni? Come immagina il proprio futuro? Quale tipo di città stiamo costruendo?». Domande difficili e radicali. A porsele non è un pubblico amministratore, ma monsignor Luigi Panighetti, da un anno prevosto della città. Periodo di tempo non lunghissimo, ma sufficiente per capire “cos’è Varese”, i suoi punti di forza, le sue debolezze. Domande che pone alla comunità ecclesiastica in primo luogo, ma anche a quella civile. Palazzo Estense dista poche centinaia di metri dalla basilica di San Vittore e l’una realtà non può ignorare l’altra.
«Lo stile della Chiesa non può essere quello del governo politico o di un partito, questo è logico. È vero però che nel rapporto con la città dobbiamo fare tutti di più, a cominciare da noi cristiani. Lo dico da credente, ma anche da semplice cittadino. Se lavoriamo insieme, se poniamo le basi per un dialogo più stretto, possiamo offrire un servizio migliore ad una città in cui le radici cristiane sono ancora molto profonde, ma che inevitabilmente non sfugge alla logica generale della società in cui viviamo». Chi frequenta gli ambienti sa che la situazione ecclesiale è qui molto meno drammatica che altrove. Le cerimonie religiose domenicali continuano ad essere molto frequentate, gli oratori sono sempre punti di riferimento educativo capaci di coinvolgere migliaia di giovani. Evidentemente non tutti appartenenti a famiglie cattoliche.
Varese sembra assorbire meglio di altre realtà anche i problemi connessi con la crisi economica e occupazionale. Tuttavia i problemi non mancano, la comunità è più sfilacciata di un tempo. «C’è tanta solidarietà, ho trovato in questi mesi molte prove. Ma se ci muoviamo insieme riusciamo a rispondere meglio. Credenti e non credenti, volontariato e istituzioni. Per esempio nell’utilizzo delle risorse. Le parrocchie si occupano di doposcuola. Un servizio non da poco reso alle famiglie, ma che risulta anche molto oneroso. Trovare un accordo su questo terreno farebbe bene a tutti. E per tutti intendo tutta la città».
© Riproduzione Riservata